Pietro Fiori, 49 anni, chef sassarese di grande esperienza, sin da piccolo si dilettava ai fornelli. Logico sbocco per lui la scuola alberghiera, dove si è diplomato.

"Una scuola utilissima a quei tempi - dice - che mi ha formato teoricamente e praticamente".

Poi la lunga gavetta negli hotel, tanti sacrifici e lavoro duro. Pietro in cucina ha scalato tutte le tappe. Ora è uno chef di prestigio, ha prestato la sua opera in hotel molto importanti.

Questa stagione rientrerà in Costa Smeralda, dopo vari anni trascorsi a dirigere la cucina di un esclusivo albergo di Santa Teresa, presso Capo Testa. E qua arriviamo al dunque.

Pietro coordinava in cucina il lavoro di 19 persone: ai fornelli solo tre sardi, in un lavoro che dopo qualche anno d'esperienza viene lautamente retribuito, naturalmente se si è all'altezza della situazione.

"Il fatto che lavorassero solo 3 sardi su 19 mi ha molto colpito - spiega lo chef Fiori -. Si parla tanto di turismo, di mancanza di lavoro e poi ci troviamo di fronte a questa situazione. Ci sono altre strutture che in Sardegna, paradossalmente, ripetono lo scenario in cui mi sono trovato, come ce ne sono altre dove si verifica il contrario, fatto sta che in questo settore dobbiamo migliorare, specialmente in coloro che si avviano alla professione. Ad oggi infatti - continua - non c'è un ricambio adeguato alla nostra generazione e se i proprietari di grandi hotel per la cucina si rivolgono a personale della penisola, qualche motivo c'è e forse sarebbe opportuno fare un minimo di autocritica".

Pietro auspica un cambio di tendenza e mentalità.

"Molti ragazzi - puntualizza - dopo la scuola disperdono il loro talento in piccoli ristoranti in cui a volte vengono sfruttati, senza imparare nulla. Ma devo anche dire che le nuove disposizioni in uso alla scuola alberghiera non aiutano. Gli studenti fanno poca pratica ed escono dalla scuola di specializzazione con una preparazione inferiore alla nostra. Naturalmente non sto criticando il personale docente, che fa il possibile e che si muove nell'ambito della didattica stabilità".

Pietro sottolinea l'urgenza di un intervento delle istituzioni:"Non sta a me indicare soluzioni - afferma - io parlo di ciò che normalmente ho visto, specialmente negli ultimi anni. Ci apprestiamo alla nuova stagione, ma diverse centinaia di cuochi, anche giovani, saranno assunti dal resto d'Italia. Da noi in Sardegna è sempre più difficile trovarli, soprattutto con una preparazione almeno discreta. Un vero peccato - conclude - Che si faccia quindi qualcosa. Sono in ballo tanti posti di lavoro".
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