Dal contributo per alleggerire i debiti di Roma Capitale ai diritti fissi per la sicurezza negli aeroporti. Poi c'è l'aggiunta per i passeggeri a mobilità ridotta - che viene pagata da tutti -, il controllo dei bagagli e infine l'Iva, che in questo contesto diventa una tassa sulla tassa.

Nei biglietti aerei le imposte incidono circa sulla metà del prezzo finale: su un volo Roma-Cagliari in continuità territoriale raggiungono il 45%, rendendo quasi invisibili le fluttuazioni della tariffa legate al costo del carburante.

L'ultimo ritocco è di qualche giorno fa e coincide con l'inizio della stagione aeronautica invernale: i prezzi dei collegamenti sardi con gli scali di Fiumicino e Linate sono diminuiti di un euro per ogni tratta. Un anno fa invece erano aumentati, a causa della quotazione della benzina avio, in ripresa dopo aver toccato il minimo nel 2016.

Il decreto ministeriale della continuità prevede che all'inizio di ogni stagione aeronautica i listini possano essere ritoccati se c'è una differenza del prezzo del jet fuel superiore al 5 per cento. La tariffa dei collegamenti con Fiumicino ora è di 42 euro più tasse aeroportuali: tra andata e ritorno un Cagliari-Roma costerà 136 euro. Il prezzo secco dei voli verso Linate invece è di 52 euro più tasse: un Cagliari-Milano verrà a costare 149 euro.

Gli adeguamenti dei prezzi sono stati ufficializzati nei giorni scorsi dall'Enac e le compagnie hanno aggiornato le tariffe sui siti Internet. Il prezzo complessivo dei biglietti ha oscillato per anni. All'avvio del contratto di servizio, nell'ottobre 2013, un volo di andata e ritorno verso Roma costava 133,54 euro. Poi a causa degli aumenti del prezzo del carburante arrivò fino a 137,46 euro.

Le componenti del prezzo di un biglietto
Le componenti del prezzo di un biglietto
Le componenti del prezzo di un biglietto

Resta invariata invece la quota destinata alle tasse. La lista è lunga e contribuisce a far lievitare il conto finale. La colpa è soprattutto del record di Fiumicino, lo scalo più costoso d'Italia e passaggio obbligato per centinaia di migliaia di sardi ogni anno. Ogni anno i passeggeri sardi versano milioni di euro in tasse aeroportuali. Una parte è andata e va ancora a tappare i buchi di bilancio del comune di Roma. Fino a qualche anno fa il contributo era di 2 euro a biglietto: l'amministrazione capitolina ha potuto contare su 1,4 milioni di euro dai viaggiatori dell'Isola. Nel 2017 invece il supplemento è stato dimezzato. Ma peserà comunque (più o meno 700mila euro) sulle tasche dei sardi, che statisticamente volano il doppio rispetto al resto degli italiani.

I dati dell'Enac confermano il primato della Sardegna. Nell'Isola in media si contano 5 biglietti aerei ogni abitante, nel resto della nazione 2,5 ogni abitante.

Il conto totale delle tasse aeroportuali dipende dallo scalo di partenza. Le voci che lo compongono, a parte il contributo per la gestione dei debiti romani che riguarda solo Fiumicino e Ciampino, sono le stesse. La fetta più consistente è quella dei diritti d'imbarco, che le società di gestione incassano per i servizi generali offerti ai passeggeri. Si va dai quasi 18 euro degli scali di Roma ai 5 euro dell'aeroporto di Cagliari. Da ogni viaggiatore si cerca di ricavare il massimo incasso. Anche i controlli all'imbarco vengono messi in conto ai passeggeri: a Elmas il varco metal detector costa 2,72 euro di "diritti di sicurezza".

I bagagli da stiva? Ogni scansione ai raggi X incide per una cifra che va dai 2,15 euro di Fiumicino agli 82 centesimi di Cagliari. Ancora: i servizi per i passeggeri a mobilità ridotta garantiti dalle società di gestione aeroportuale vengono scaricati su tutti i biglietti. A Linate il contributo per i viaggiatori disabili è di 1,42 euro. Poi l'addizionale comunale, che si è ridotta da 9 a 6,5 euro. Questa tassa in realtà - a dispetto del nome - non è mai andata ai municipi, se non in minima parte: non a caso le amministrazioni che ospitano gli aeroporti hanno avviato un braccio di ferro legale con il governo per ottenere gli arretrati.

Elmas, Olbia e Alghero battono cassa per oltre 4 milioni di euro: sarebbero dovuti servire per migliorare la viabilità e i servizi nelle zone vicine agli scali, invece sono rimasti nelle casse statali.
© Riproduzione riservata