I pastori sardi sono nuovamente sul piede di guerra e contestano il piano di regolazione dell'offerta del pecorino romano per i prossimi tre anni.

Secondo i pastori la conferma del piano così com'è sarebbe una decisione inopportuna che certificherebbe il fallimento dell'impegno profuso in questi mesi di lotta, con gli allevatori in piazza, a febbraio, per gettare il latte sulle strade e le piazze con l'obiettivo di cambiare il sistema.

"Abbiamo appreso con grande rammarico che, nonostante le nostre ripetute richieste di un confronto aperto nei tavoli ministeriali sui contenuti del Piano di regolazione dell'offerta del Pecorino romano, l'assemblea dei soci del Consorzio si riunirà comunque per approvare il nuovo Piano per i prossimi tre anni", denunciano i portavoce del movimento Gianuario Falchi e Nenneddu Sanna

"Da indiscrezioni - aggiungono - si sarebbe raggiunta una mediazione sul sistema di sanzioni per gli sforamenti. Manifestiamo tutta la nostra indignazione per la situazione spiacevole nella quale ci troviamo. Ribadiamo quanto già deciso a marzo, quando sottoscrivemmo un verbale al tavolo ministeriale che prevedeva esplicitamente che tutte le componenti del tavolo avrebbero dovuto mandare a Ministero, Consorzio e Prefetto le loro proposte relative alle modifiche del disciplinare e dello Statuto del Pecorino romano e le proposte per il nuovo piano di regolazione. Come concordato in quella sede abbiamo ulteriormente integrato le proposte con un nuovo documento inviato al Ministero come da accordi, ma nessuna nostra proposta è stata presa in considerazione dal Consorzio".

Ancora, osservano i due portavoce del Movimento dei pastori: "Ad oggi non abbiamo ricevuto alcun riscontro e anzi pare che si andrà all'approvazione del nuovo Piano, privo di correzioni di rilievo rispetto a quello su citato, senza che ci siano ulteriori tavoli dove poter approfondire discussioni preliminari come avevamo concordato nei vari tavoli. A meno di miracoli dell'ultima ora, non ci aspettiamo modifiche sostanziali a quanto già proposto che ci appare del tutto insufficiente a rilanciare il prezzo del latte nel prossimo triennio che ricordiamo non può stare al di sotto di 1 euro litro come affermato anche due settimane fa dal Ministro Centinaio in numerose interviste".

Per questo, chiudono Falchi e Sanna, "chiediamo al Ministro di farsi garante degli accordi raggiunti nel tavolo e convocare nel più breve tempo possibile una nuova riunione nella quale si possano esaminare le proposte del Consorzio in un tavolo aperto in cui tutte le componenti abbiano voce in capitolo".
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