Riparte dopo una lunga pausa il tavolo del latte. A Sassari, convocate dal prefetto Maria Luisa D'Alessandro, si sono incontrate le parti che avevano stretto l'accordo sui 74 centesimi al litro.

Si tratta del primo incontro dopo il cambio alla guida della Regione, a cui hanno partecipato il neo assessore all'Agricoltura Gabriella Murgia, il direttore generale del ministero delle Politiche Agricole Luigi Fiorentino e i rappresentanti delle associazioni di categoria e dei pastori.

Per il mercato del pecorino romano è un buon momento: 30mila quintali venduti ogni mese, contro i 20 del passato. Il prezzo è arrivato a 6,60 euro al chilo, se ne produce di meno e si conferisce meno latte. Segnali positivi che non devono illudere, perché fino a che non saranno fatti interventi strutturali, tutto può cambiare in un attimo.

"Definiti prezzo e parte economica, ora bisogna passare alla programmazione, altrimenti tra due anni rischiamo di essere punto e a capo", ammonisce Pier Luigi Pinna, del caseificio di Thiesi.

Stessa richiesta arriva dai rappresentanti dei pastori, con particolare riferimento all'attività del Consorzio di tutela del pecorino romano. Afferma Andrea Mulas: "C'è bisogno di una produzione programmata che porti a un prezzo congruo del latte, siamo fiduciosi che il Consorzio stia agendo in questa direzione".

C'è poi, da non sottovalutare, la vicenda delle denunce e degli ordini restrittivi ai danni di alcuni pastori per via delle eclatanti manifestazioni di febbraio: "Potevano fare indagini evitando provvedimenti restrittivi e obblighi di dimora, perché non siamo gente pericolosa", dichiara ancora Mulas.

(Unioneonline/L)
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