Un lungo applauso con standing ovation è il tributo della platea degli imprenditori all'intervento, all'Assemblea di Confindustria, che chiude il mandato di Vincenzo Boccia a leader di viale dell'Astronomia.

Un discorso accorato al Governo e alla Politica, che secondo Boccia deve avere "visione e coraggio" e deve "riappropriarsi del suo primato, restituire sogno e visione, darsi grandi obiettivi e risorse per raggiungerli, valutando gli effetti delle decisioni e correggendo la rotta se necessario". Questo "senza stancarsi di ricercare le soluzioni migliori perché è di queste che i cittadini hanno bisogno".

Il presidente Mattarella (Ansa)
Il presidente Mattarella (Ansa)
Il presidente Mattarella (Ansa)

Boccia, che ha parlato alla presenza del Capo dello Stato, Sergio Mattarella, e a pochi giorni dalle elezioni europee, ha ricordato come "per rimetterci a correre sarà utile liberarci dal peso di parole che inducono alla sfiducia, che evocano negatività, che peggiorano il clima". E questo perché "le parole di chi governa non sono mai neutre, influenzano le decisioni di investitori, imprenditori, famiglie".

Quindi un affondo sulla "bulimia di consenso immediato" che "affida ai social la ricerca di una popolarità che si misura in termini di like. E il presentismo imperante è una malattia molto grave perché impedisce di vedere oltre il finire del giorno. La superficialità si fa regola. Noi invece abbiamo bisogno di studiare, progettare, costruire".

La manovra che si prospetta prevede almeno 32 miliardi, con scelte che, ricorda Boccia, non saranno "semplici o indolori". "Se l'Italia volesse rispettare alla lettera le regole europee previste dal patto di stabilità e crescita – specifica il leader di Confindustria - dovrebbe fare una manovra strutturale per il 2020 da almeno 32 miliardi di euro: una manovra imponente con effetti recessivi".

L'assemblea a Roma (Ansa)
L'assemblea a Roma (Ansa)
L'assemblea a Roma (Ansa)

Quindi un passaggio sull'immigrazione e l'Europa, perché "l'Africa che oggi ha 1,2 miliardi di abitanti, ne avrà il doppio tra 30 anni". "Davvero – chiede Boccia - pensiamo che la soluzione sia chiudere le frontiere? Noi no".

"La soluzione - dice - passa da una gestione condivisa, ma anche dal contributo che le nostre imprese possono dare".

"Occorre smettere – la sintesi - di dividersi su promesse che non si possono mantenere concentrarci tutti sulle cose da fare. Che sono tante e impegnative".

(Unioneonline/v.l.)
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