Dopo l'entrata in vigore dell'aumento dei dazi americani su merci cinesi per 200 miliardi di dollari, è arrivata la risposta di Pechino, che ha annunciato che dal primo giugno alzerà fino al 25% le tariffe doganali su circa 2.500 Made in Usa per un controvalore complessivo di 60 miliardi di dollari.

"L'adeguamento delle nostre tariffe è una risposta all'unilateralismo e al protezionismo commerciale degli Stati Uniti", ha fatto sapere il colosso asiatico.

A difesa del sistema commerciale multilaterale e dei suoi diritti e interessi legittimi, "la Cina deve adeguare le tariffe su alcuni beni importati dagli Stati Uniti", nella speranza che gli Stati Uniti torni alle consultazioni "al fine di raggiungere un accordo reciprocamente vantaggioso sulla base del rispetto".

Dopo che venerdì sono saltate le trattative tra le due potenze, i timori dei mercati di un'escalation della guerra commerciale hanno iniziato ad avere le prime conseguenze sui mercati, con i listini di Wall Street in calo di circa il 3%.

Tra i titoli, crolla a picco Apple (-5%).

Alla fine della scorsa settimana il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump aveva provato a spaventare Pechino consigliandole di evitare ritorsioni dopo l'introduzione dei nuovi dazi Usa sui prodotti cinesi. "Non farebbe che peggiorare le cose", aveva detto l'inquilino della Casa Bianca, "la Cina ha tratto vantaggio dagli Stati Uniti per così tanti anni che non dovrebbe rispondere".

Sulla questione - che potrebbe portare anche a un peggioramento delle relazioni tra Washington e Bruxelles - è intervenuta anche commissario Ue per il Commercio Cecilia Malmstrom, che ha annunciato che l'Unione europea "è pronta" a rispondere se gli Usa "imporranno dazi sulle auto e parti di auto".

(Unioneonline/F)
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