I lavoratori della sanità privata sono scesi in piazza e hanno protestato davanti alla sede del Consiglio regionale perché venga rinnovato il contratto nazionale, fermo da 13 anni mentre il costo della vita è aumentato di ben oltre il 20% in un decennio e più.

Sindacati uniti che sollecitano la politica isolana e gli imprenditori della sanità sarda.

"I datori di lavoro privati - spiega Nicola Cabras, segretario territoriale Cgil Fa, ai microfoni di Videolina - comincino a ragionare di mettere risorse per i rinnovi contrattuali, perché non è pensabile che possano subordinare il rinnovo del contratto alle risorse che la Regione sposta dalla fiscalità generale".

"Non si può chiedere soltanto alla Regione di pagare i rinnovi contrattuali, altrimenti non si capirebbe qual è la differenza tra sanità pubblica e sanità privata".

"Stiamo rappresentando - gli fa eco Guido Sarritzu, segretario territoriale Uil Fpl - la rabbia e l'indignazione di 1.500 operatori della sanità privata in Sardegna che da 12 anni non si vedono rinnovato il contratto nazionale del Lavoro".

"Noi oggi chiediamo - conclude - al presidente della Regione, all'assessore e al presidente del Consiglio, che portino questa vertenza nella Conferenza Stato-Regioni affinché si facciano le dovute pressioni perché si sblocchi questa situazione che è diventata vergognosa e drammatica per migliaia di famiglie".

(Unioneonline/D)
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