Lavorare da casa incide positivamente sulla salute rispetto alla normale vita da ufficio: ne è fortemente convinto ben l’88% dei sardi, secondo cui il cosiddetto "smart working", laddove applicabile, è estremamente utile per ridurre lo stress (37%), lavorare in un ambiente confortevole e su misura (27%) e convertire il tempo risparmiato dal viaggio in una migliore gestione anche del proprio benessere (24%).

L'INDAGINE - Sono i dati che emergono dall'ultima ricerca dell'Osservatorio di Reale Mutua sul welfare, che ha indagato la percezione dei sardi sul rapporto tra salute e ambiente di lavoro.

L'attività lavorativa, infatti, può condizionare in vario grado la salute dei lavoratori.

A detta di oltre un abitante della Sardegna su tre (35%), lo stress con tutti i suoi possibili effetti sul benessere fisico e mentale è il principale fattore di "rischio" in ufficio.

A seguire la postura (29%) e la sedentarietà (24%), mentre solo il 12% si dice preoccupato dalle possibili conseguenze sulla vista.

In un ambiente quale la fabbrica, o comunque per chi svolge un'attività più fisica, invece, il fattore che incide maggiormente sulla salute è il contatto, o l'esposizione, a sostanze chimiche potenzialmente nocive (41%), seguito dall'eventualità di cadute e infortuni (29%) e dai pericoli connessi al sollevamento di pesi e alla movimentazione di carichi (19%).

"MALATI" DI LAVORO - Ma che cosa porta ad "ammalarsi" di lavoro? Per oltre un sardo su due (56%), la prima causa è da leggersi nella sottovalutazione dei rischi, seguita dall'inadeguatezza dell'ambiente di lavoro (36%) e dalle pressioni e scadenze lavorative che possono indurre a comportamenti impropri e pericolosi (29%).

Per un ulteriore 22%, invece, la ragione risiede nella scarsa informazione in materia di sicurezza e salute fornita dal datore di lavoro.

Ma come migliorare il benessere dei dipendenti? Anche in questo caso i sardi hanno le idee chiare: in ufficio, i principali desiderata sono postazioni ergonomiche (49%), una polizza sanitaria (44%), ma anche la possibilità di usufruire di abbonamenti a palestre e centri fitness (22%) e incontri con uno psicologo del lavoro (8%).

In fabbrica, invece, il datore, secondo gli intervistati, dovrebbe garantire il rispetto delle normative (71%), fornire strumenti e dispositivi di lavoro idonei ai dipendenti (66%) e mettere a disposizione check up mirati per il controllo e la prevenzione di possibili patologie (32%).

(Unioneonline/v.l.)
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