La Confederazione italiana Agricoltori del Nord Sardegna raccoglie l'invito della Cia nazionale e dell'Associazione nazionale dei pensionati e prepara la mobilitazione per rivendicare il diritto a una pensione equa anche per gli imprenditori agricoli.

"Il Decreto pensioni e reddito di cittadinanza varato nei giorni scorsi dal governo nazionale rischia di discriminare pesantemente gli agricoltori perché usa criteri di accesso complicati e sbagliati", hanno dichiarato il presidente Michele Orecchioni e la direttrice Rossana Piredda.

"Una delle maggiori perplessità sui criteri stabiliti dal decreto riguarda i 30mila euro di proprietà immobiliare oltre la prima casa e i 6mila euro di risparmi. Dei limiti che tagliano fuori una larga fetta degli agricoltori, che proprio per la natura del loro lavoro superano facilmente questi sbarramenti, pur non godendo di redditi alti", ha detto ancora il presidente.

"La stragrande maggioranza dei pensionati al minimo resterà senza alcun aumento, con l'incognita anche della quattordicesima mensilità della quale fino ad oggi, non si è fatto menzione. Inoltre per gli agricoltori non c'è riconoscimento di lavoro gravoso e usurante, quindi, restano ancora fuori dall'Ape Social", ha aggiunto.

"Un altro problema che investe gli agricoltori è il blocco delle indicizzazioni: "È necessaria l'abolizione del blocco delle indicizzazioni che tengono al palo le pensioni sopra i 1.520 euro lordi, e un aumento adeguato delle pensioni minime", chiede la Cia.

(Unioneonline/F)
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