All'inizio del Novecento, Terranova Pausania, l'odierna Olbia, già una cittadina dinamica e benestante, terminale naturale per i collegamenti della Sardegna del Nord con il continente, doveva sottostare a interessi localistici e vedere le navi fermarsi al largo di Golfo Aranci e da lì ripartire.

I passeggeri erano sbarcati e imbarcati con scialuppe, con un disagio che anticipava quello della traversata a bordo di tremende navi ottocentesche, la "Iosto" e la "Cariddi". Il deputato tempiese Giacomo Pala guidava un drappello di politici e intellettuali che si battevano in favore di Olbia, ma neanche la sostituzione delle navi con le più moderne "Città di Cagliari" e "Città di Sassari" (quest'ultima nota per le colonie di veloci scarafaggi che la nobilitavano), riusciva a smuovere gli ostacoli campanilistici. Per dare uno spessore storico alle istanze che ci hanno riguardato in tema di trasporti, pesanti articoli e comizi incendiari furono fatti allora contro "i sordi di Roma".

Sembra storia recente, anche nell'evoluzione. Ci vollero infatti decenni per cambiare. Solo il 29 gennaio 1921 - c'era stata nel frattempo anche una guerra mondiale - la "Città di Cagliari" attraccò al molo dell'Isola Bianca, attesa da una grande folla festante nonostante l'ora mattutina e il freddo. C'erano voluti quasi trent'anni di proteste.

E ci sono voluti altri cento anni per far perdere il sorriso ai galluresi e comunque a tutte le folle che in diversi momenti della nostra storia hanno inneggiato al progresso. I l treno arrivato a Nuoro nel 1888, per esempio, è rimasto in pratica lo stesso, stesso percorso e stessa durata del viaggio per Macomer, più o meno, un cul de sac senza sbocco quando sarebbe facile proseguire per il mare e per Olbia. Sono cambiate le carrozze e, rispettando il successo del sistema sanitario regionale e le nuove raggiunte funzionalità prostatiche, sono state tolte anche le toilette, è vero, ma la tristezza dei nuoresi fa il paio con quella di quanti devono viaggiare all'interno della Sardegna, oppure verso l'Italia, l'Europa o il mondo. Un po' di tecnologia (non troppa però, mi raccomando), qualche fregio borbonico nelle parti comuni delle navi per non dimenticare che siamo affidati ai lavoratori napoletani (con tutto il rispetto: qualche posto di lavoro in più per noi che paghiamo?), qualche scarafaggio in meno.

Rimane diffusa la scortesia riservata ai sardignoli che, umili e educati, hanno bisogno di viaggiare, la pulizia discutibile, i prezzi indegni, gli orari infami.

Dobbiamo subire ancora (oggi più di ieri) i diktat di Malpensa, Linate e Fiumicino e buttare le nostre giornate in attesa di coincidenze che non ci rispettano, soprattutto in inverno, pagando cifre da strozzini anche per un cappuccino o un taxi. Gli aeroporti di Alghero e Olbia, feriti, si battono per riconquistare un ruolo, mentre la Regione, povera, vive di sentimenti dolorosi di sorpresa: oh, ci ha tradito anche Airitaly, non pensavamo proprio!

Su tutto il sistema aleggia poi una nube che sembra creata apposta per concederci, di tanto in tanto, una carota lenitiva: la continuità territoriale. In assenza di qualsiasi strategia di sviluppo (perché non possiamo essere come le Baleari, nel Mediterraneo, e come tutte le mete migliori al mondo, Bali, Phuket, ecc.?) "l'insieme degli strumenti legislativi che hanno lo scopo di garantire i servizi di trasporto ai cittadini abitanti in regioni disagiate" è stato via via ridotto a un pugno di biglietti scontati offerti ai sardi come i soliti pacchi della befana. I problemi di trasporto delle merci, le kafkiane barriere alle esportazioni, il sistema ferroviario e stradale da profondo sud, e persino la stessa 131 che ricorda le buche tra Belgrado e Niš dei tempi eroici, non entrano in un concetto di continuità, e purtroppo neanche di dignità.

Diceva Gmork ne "La storia infinita": «Il Nulla è il vuoto che ci circonda, è la disperazione che distrugge il mondo, e io ho fatto in modo di aiutarlo perché è più facile dominare chi non crede in niente e questo è il modo più sicuro di conquistare il potere».

Ciriaco Offeddu

(Manager e scrittore)
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