Sulle proteste che non si placano da parte dei pescatori cabreresi che nei prossimi giorni minacciano sia di consegnare le schede elettorali in Comune ma anche di occupare i porti commerciali a causa delle troppe limitazioni, da Roma interviene il deputato Ugo Cappellacci.

Gli operatori da pochi giorni sono sul piede di guerra sia per la mancata apertura dell'Area marina protetta del Sinis e per le limitazioni riguardo la pesca del polpo. Un recente decreto ministeriale, infatti, consente solo l'utilizzo di 250 nasse (trappole per la pesca dei polpi) ad imbarcazione, mentre prima erano 400 ad operatore.

"Il decreto Manzato rappresenta un duro colpo al settore della pesca, con conseguenze sull'ambiente opposte rispetto a quelle che hanno ispirato il provvedimento - spiega il coordinatore regionale di Forza Italia Sardegna preannunciando un'interpellanza - . Prevedere il posizionamento di lenze da dieci nasse per la pesca del polpo significa esporle alle correnti, rendere più difficoltoso il recupero con frequenti perdite, che inciderebbero anche sulla salvaguardia dei pesci".

Non solo, "anche il limite di 250 nasse per imbarcazione rende anti-economico armare un'imbarcazione per la pesca del polpo, comporterebbe una riduzione del personale e provocherebbe una diversificazione periodica delle attrezzature con il coinvolgimento anche di specie marine che non devono essere toccate. Se è giusto adottare delle norme che concilino le esigenze delle pesca con quelle di tutela dell'ambiente occorre trovare un giusto punto di equilibrio: per esempio - propone Cappellacci - : elevare il limite delle nasse a imbarcazione e quello delle nasse per lenza. Le condivisibili esigenze di salvaguardia delle specie - ha concluso possono e devono essere contemperate con quelle di un settore tradizionale della nostra economia".
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