Via libera ai progetti di riconversione e riqualificazione industriale nelle aree di crisi complessa di Porto Torres e Portovesme.

I gruppi di coordinamento e di controllo per la definizione dei progetti hanno approvato i programmi che saranno finanziati con 30 milioni di euro di risorse statali (del ministero dello Sviluppo economico), a cui si aggiungono tre milioni di euro di fondi regionali a copertura di investimenti fra 1,5 e 20 milioni di euro.

Le call di invito a manifestare interesse a investire nelle due aree di crisi della Sardegna promosse dal ministero dalla Regione e da Invitalia si sono concluse.

Le schede progettuali presentate per il polo di Porto Torres (area che comprende i Comuni di Porto Torres e Sassari, con oltre 11mila imprese e 36mila addetti) sono 59, per un totale di investimenti pari a 658 milioni e 886mila euro e una previsione di incremento occupazionale di 880 addetti.

La maggiore concentrazione degli investimenti riguarda il settore manifatturiero (82%); seguono le attività di gestione dei rifiuti (6%) e i progetti con finalità di ricerca e sviluppo sperimentale (5%).

Circa la metà delle proposte riguarda progetti tra 1,5 e 20 milioni di euro (49% del totale), a cui si associano il 20% degli investimenti e il 34% delle previsioni di nuova occupazione.

I progetti di riconversione potenzialmente coerenti con la normativa della legge 181/89 sono 15.

Per quanto riguarda invece il polo di Portovesme (area che comprende ben 23 Comuni) le schede progettuali presentate sono 21, con un valore di investimenti pari a 381 milioni e 627mila euro e un’occupazione prevista di 1.112 addetti.

I progetti sono stati inoltrati da 16 piccole e medie Imprese (346 milioni e 627mila euro di investimenti) e da 5 grandi industrie (35 milioni di investimenti).

Prevalentemente, gli investimenti hanno come finalità nuove unità produttive di beni e servizi e le attività di servizi di alloggio e di ristorazione.

I progetti che si concentrano nella soglia compresa tra 1,5 e 20 milioni sono invece 17, cioè l’80% del totale.

(Unioneonline/F)
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