Grandine e forte vento hanno scoperchiato stalle, abbattuto alberi, raso al suolo colture in pieno campo, ucciso animali e danneggiato strutture.

È il drammatico quadro che emerge da un primo rilevamento di Coldiretti e che vede colpite soprattutto le aree di Alghero, dell'alto Oristanese e Marghine.

Dopo i danni della siccità dello scorso anno, costati circa 300 milioni di euro, e l’alluvione che ha colpito il sud Sardegna ed il Sarrabus, questo ulteriore colpo al settore agricolo sardo rischia di mettere in ginocchio l'economia locale, mandando in frantumi una stagione di lavoro.

Drammatiche le immagini e i video che arrivano dal territorio e mostrano stalle e fienili scoperchiati - tra le quali una completamente abbattuta con i muri crollati e gli animali morti - colture atterrate e demolite dalla violenza della grandine, tralicci della corrente elettrica travolti e cumuli di grandine.

Grandine grossa come pietre ha raso al suolo le campagne della Riviera del Corallo, nel Sassarese, abbattendo le colture di stagione e danneggiando gli olivi in piena raccolta delle olive. Analoghi i danni fatti dal ciclone che si è abbattuto nel Marghine, e in particolare nella striscia tra Sindia, Macomer, Bortigali e Borore. A questo si aggiungono le continue precipitazioni che stanno bagnando e rendendo praticamente inutilizzabile le scorte di fieno e paglia oltre a lasciare gli animali senza un tetto. Non si contano poi i danni alla superficie boschiva con diversi alberi secolari sradicati.

Il ciclone nelle stese ore si è abbattuto soprattutto nell'alto Oristanese e nel Sinis, provocando danni alle infrastrutture agricole, con tetti ridotti a un colabrodo e scorte aziendali e fienili esposti alle intemperie. Il forte vento ha sradicato alberi e compromesso la produzione di alcuni vivai di fiori, mentre le forti piogge hanno causato allagamenti nei campi e strade, impedendo, talvolta, anche l'accesso nelle aziende.

Ad avere la peggio sono stati soprattutto i campi di carciofi del Medio Campidano, Nuraminis e Quartu, che proprio in questi giorni stavano arrivando nei mercati.

"Come abbiamo già chiesto è urgente un forum politico sui cambiamenti climatici – commenta il direttore di Coldiretti Sardegna Luca Saba -, ormai abbiamo a che fare con un clima nuovo che merita una approfondita discussione per capire quali sono le colture adatte a questo clima e i metodi di coltivazione. Non possiamo continuare a subire questi ingenti danni e chiedere indennizzi che quando disponibili arrivano sempre in ritardo e comunque coprono in minima parte i danni".

"L’agricoltura è in ginocchio e sta diventando impossibile lavorare la terra – sostiene il presidente di Coldiretti Sardegna Battista Cualbu -. Con certe condizioni climatiche è difficile convivere, passiamo da un estremo all'altro. L'anno scorso non pioveva quest'anno troppo. In più si aggiungono questi cicloni di vento e grandinate incredibili. Abbiamo diverse aziende che hanno subito danni ingenti e hanno perso il lavoro di anni. Per questo è urgente guardare al futuro partendo da questo dato di fatto e indirizzando il nuovo Psr sulle colture e metodi di coltivazione compatibili con questo clima".

(Unioneonline/b.m.)
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