Meno 25 per cento di pomodoro prodotto, e lavorato, rispetto alle previsioni. È il risultato di un'estate pazza (21 giorni di pioggia solo ad agosto) che disegna un'annata del pomodoro fra le più avare degli ultimi anni.

"A fronte di un programma di 370.000 quintali di pomodoro ne sono stati lavorati 278.000: le rese sul campo sono state le più basse degli ultimi 20 anni", conferma Pierluigi Milia, direttore dello stabilimento conserviero, fiore all'occhiello del Gruppo Isa di Villacidro.

A salvare l'annata no, la qualità eccellente del prodotto raccolto nei 430 ettari coltivati a pomodoro: "Il 45 per cento nella zona Serramanna-Samassi e il restante in zona di Oristano".

Insomma: il prodotto è stato meno, ma la passata e i pelati targati Casar sono anche quest'anno di lusso.

"Grazie alla professionalità dei nostri produttori, la qualità non ha risentito più di tanto dei problemi climatici. La quantità, come già detto sì. Le rese per ettaro sono state le più basse degli ultimi venti anni, in parte anche per la selezione effettuata sul campo, al momento della raccolta, per garantire la qualità".

Le bombe d'acqua della seconda metà di agosto, con il pomodoro pronto per la raccolta, hanno pregiudicato il raccolto. "È sicuramente un bilancio negativo per tutti, per la parte agricola che già aveva subito forti ritardi nei trapianti a causa delle piogge di fine maggio, e per noi industria alla quale manca circa il 25 per cento dei conferimenti previsti", aggiunge Pierluigi Milia.

L'industria di trasformazione dell'oro rosso si conferma un riferimento importante in chiave occupazione per il territorio: 38 dipendenti fissi e 350 stagionali oltre ad un indotto di trasportatori, personale in agricoltura e tecnici. La campagna di lavorazione era iniziata l'8 agosto e si è conclusa il 26 settembre.

Ignazio Pillosu
© Riproduzione riservata