Danni a strutture, strade, e anche a molte imprese agricole che operano nella zona colpita dall'alluvione dell'11 ottobre scorso, in particolare a Sestu, Assemini, Capoterra, Uta e nel Sarrabus.

Per questo Michele Cossa, consigliere regionale dei Riformatori Sardi, ha presentato un'interrogazione urgente: l'intento è quello di chiedere che venga dichiarato lo stato di calamità naturale.

"Il bilancio che ha colpito la Sardegna appena una settimana fa è tragico - spiega - sono caduti più di 350 mm di pioggia in poche ore, e oltre 100 milioni di euro di danni. Non stiamo attribuendo le colpe, ma crediamo con forza che la Regione debba intervenire per tutelare le produzioni e gli imprenditori locali che rappresentare il tessuto socio-economico isolano".

Intanto le istituzioni regionali annunciano di aver effettuato la ricognizione dei luoghi e la stima dei danni "provocati dall'evento calamitoso del 10 ottobre scorso, sia come supporto ai comuni che come valutazione dei danni arrecati alle opere idrauliche di sua competenza nei territori colpiti dall'alluvione".

Per quelli che ricadono nel territorio di San Vito, la Regione "intende procedere alla loro immediata ricostruzione attraverso il Servizio territoriale opere idrauliche di Cagliari".

In programma ci sono "interventi sulla briglia di calcestruzzo sul Flumini Uri e su parte del rivestimento spondale in gabbioni, danneggiati sia a monte che a valle della S.S. 387, sui quali si interverrà con procedura d'urgenza".

"Abbiamo le risorse e interverremo con rapidità - dice l'assessore dei Lavori Pubblici Edoardo Balzarini - il Servizio territoriale opere idrauliche di Cagliari ha già effettuato i sopralluoghi e l'analisi dei danni e saranno affidati immediatamente i lavori. Nel frattempo ricordiamo che, per la tutela dell'incolumità delle persone, resta fondamentale l'applicazione del Piano di Protezione civile".

(Unioneonline/s.s.)
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