Tra i tanti messaggi che oggi circolano sui social network per ricordare la morte di Libero Grassi, c'è anche quello del premier Giuseppe Conte.

"Quella di oggi, per l'intera comunità nazionale, è una ricorrenza da rimarcare - scrive su Facebook -. Il 10 gennaio 1991 l'imprenditore Libero Grassi, con una lettera rilanciata dal Giornale di Sicilia, sfidò apertamente la mafia, denunciando le richieste estorsive e il ricatto criminale".

E riporta poi il testo di quella lettera nella quale Grassi raccontava il rifiuto di pagare il "pizzo".

"Di lì a qualche mese - ricorda Conte -, il 29 agosto 1991, la mafia si vendicò con un agguato. Libero Grassi fu assassinato con quattro colpi di pistola".

"Volevo avvertire il nostro ignoto estortore - le parole dell'imprenditore - di risparmiare le telefonate dal tono minaccioso e le spese per l'acquisto di micce, bombe e proiettili, in quanto non siamo disponibili a dare contributi e ci siamo messi sotto la protezione della polizia. Ho costruito questa fabbrica con le mie mani, lavoro da una vita e non intendo chiudere. Se paghiamo i 50 milioni, torneranno poi alla carica chiedendoci altri soldi, una retta mensile, saremo destinati a chiudere bottega in poco tempo. Per questo abbiamo detto no al 'Geometra Anzalone' e diremo no a tutti quelli come lui".

(Unioneonline/s.s.)
© Riproduzione riservata