Come reagireste se qualcuno vi dicesse che Leonardo da Vinci a volta più che inventare, copiava? E che l’America non si chiama così in onore di Amerigo Vespucci? Probabilmente pensereste che vi stanno prendendo in giro e andreste a prendere il manuale di storia della scuola per mostrare a tutti come stanno veramente le cose. Oppure potreste leggere dalla prima all’ultima riga l’ultimo libro di Carlo A. Martigli dal titolo che è già tutto un programma: 20 inganni e misteri della storia (Mondadori, 2020, pp. 168). Nel libro Martigli, con lo stile brioso e coinvolgente che gli è abituale, ci dimostra come troppo spesso si costruiscono false storie per nascondere, in mezzo a tante bugie, la verità. E che oggi più che mai distinguere verità e falsificazioni è fondamentale per capire chi siamo. Ma la domanda allora nasce spontanea: possiamo fidarci della storia che ci viene raccontata? Lo chiediamo direttamente a Carlo A. Martigli:

"La cosa più importante, a mio parere, è non dare per scontato quello che ci viene proposto come verità, anche e soprattutto in ambito storico. È una cosa che ho scoperto da ragazzo quando mio padre mi fece leggere un libro molto interessante di Ernesto Ragionieri dal titolo Italia giudicata ovvero la storia degli italiani scritta dagli altri. Nel libro la storia del nostro Paese veniva raccontata da personalità e studiosi stranieri. Emergeva quindi un punto di vista diverso da quello a cui siamo abituati. Per esempio, ho scoperto come Fabio Filzi e Cesare Battisti siano per noi degli eroi perché nella Prima guerra mondiale si sono schierati con l’Italia nonostante fossero a nati a Trento, allora territorio austriaco. Sono considerati, però, in tutt’altro modo in Austria".

Che insegnamento possiamo allora trarre da un esempio come questo?

"Che spesso la storia viene scritta dei vincitori e che è piena di ambiguità a seconda della nazionalità di chi la racconta. Bisogna tenerne conto quando si ascolta o si legge di una qualsiasi vicenda. Nel mio libro, in maniera divertente, provo a educare prima di tutti i ragazzi a non fermarsi in superficie e a imparare ad andare fondo nei misteri e inganni della storia".

Ma nella storia ci sono più misteri o inganni?

"Diciamo che sono più frequenti gli inganni dei misteri. Però ci sono misteri e inganni di tanti tipi…alcuni sono interessanti e intricati, altri semplicemente divertenti. Per esempio, tutti noi siamo abituati a immaginarci i vichinghi con le corna sull’elmo. Peccato che i vichinghi non abbiano mai portato corna di alcun tipo. Come leggerete nel libro la colpa di questo divertente ‘inganno’ della storia è di Wagner, il compositore tedesco!".

Spesso poi si scopre che molti misteri non sono altro che inganni, non è vero?

"Certo. Anche nel passato esistevano quelle che oggi chiamiamo fake news, bufale che veniva diffuse ad arte, magari perché c’era un interesse a diffonderle. Si ritrovavano i resti di un animale preistorico e si diceva che era un drago oppure che erano i resti di un gigante. Lo si faceva anche semplicemente per vendere più copie di un giornale o di un libro".

Un altro inganno raccontato nel tuo libro riguarda il nome dell'America. Ma davvero non c'entra nulla Amerigo Vespucci?

"Assolutamente no…così come i re di Roma sono otto e non sette. Vi lascio però con un po' di mistero e non aggiungo nulla di più… il resto lo trovate nel libro!".
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