Fonni perde lo storico convento e dopo quattro secoli si sente già orfana dei frati. I francescani sono in partenza: lasceranno il paese dopo la festa del 4 ottobre, chiudendo un legame profondissimo con questo lembo di Barbagia. La decisione era nell'aria da qualche anno. Ma fino all'ultimo a Fonni e in tutta la diocesi di Nuoro s'è sperato in un ripensamento. Invece nessun dietrofront. L'annuncio ufficiale ha solo il sapore del congedo: "Con profondo rammarico dobbiamo comunicare la chiusura del convento francescano di Santa Maria dei Martiri". Effetto della crisi di vocazioni - spiegano i Frati minori di Umbria e Sardegna - visto che il numeri dei frati sardi è ridotto a una ventina, compresi molti anziani.

Trend sempre in discesa anche rispetto al 2017 quando il Capitolo custodiale dei Frati minori della Sardegna ha deciso l'addio a Fonni. "La chiusura non è più procrastinabile", spiegano ora dopo questi anni di rinvio dovuto anche - tengono a dire - ad "affetto e stima che legano la comunità francescana attualmente residente nel convento con la comunità di Fonni". Parole che non bastano, però, ad attenuare tristezza e anche delusione. Il vescovo di Nuoro, Antonello Mura, ammette la resa: "La decisione di chiudere il convento di Fonni provoca in tutta la diocesi non solo un forte rammarico ma anche un senso di impotenza che lascia sconfortati". Il vescovo ha tentato fino all'ultimo di convincere i Frati minori a non liquidare 410 anni di storia, a non chiudere la porta del convento, l'ultimo della diocesi. Oltretutto la loro partenza arriva dopo un altro pesante addio alla Barbagia: quello dei Salesiani che di recente hanno lasciato Nuoro.

Il convento di Fonni è attiguo al santuario della Madonna dei Martiri, luogo simbolo del paese assieme ai suoi monti. Non è solo un punto di riferimento prezioso dal punto di vista pastorale, visto che ai francescani fa capo una delle due parrocchie. E' anche un'oasi di spiritualità molto cara ai fedeli di tutta l'Isola che amano soggiornare tra il silenzio, la natura e la semplicità di questi spazi. Il complesso religioso è anche un gioiello architettonico di grande valore nella grande piazza circondata dalle cumbessias, il cuore antico del rione Logotza. La storia del convento si intreccia con quella del santuario, scrigno d'arte che seduce i visitatori di ogni tempo. Rappresenta uno dei più illustri esempi di arte barocca e rococò in Sardegna. I francescani, qui come altrove, si portano dietro una storia importante. Sbarcarono a Fonni oltre quattro secoli fa. L'area per realizzare il convento fu donata da don Stefano Melis. I suoi terreni servirono per costruire il chiostro col pozzo al centro, su un lato la chiesa della Santissima Trinità.

Il 16 aprile 1610 padre Giorgio D'Acillare ne prese possesso. Intorno al 1633 la conclusione dei lavori del convento e della chiesa intitolata alla Santissima Trinità. Un secolo dopo la costruzione del capolavoro barocco del santuario dei Martiri. Nel 1702, infatti, per volontà del padre guardiano nuorese Pacifico Guiso Pirella, vengono avviati i lavori per costruire la basilica dedicata alla Madonna dei Martiri, sulla chiesa preesistente. Il progetto prevedeva un santuario superiore e una cripta sottostante. Al lavoro c'erano maestranze lombarde guidate dal capomastro Giuseppe Quallio e dallo stuccatore Giovanni Battista Corbellini. All'opera anche artisti locali, come Pietro Antonio e Gregorio Are che hanno realizzato decorazioni pittoriche di gusto vernacolare. La chiesa superiore, a navata unica con la volta a botte, conserva nel presbiterio l'immagine della Madonna che, secondo la tradizione, venne realizzata con le ossa provenienti dalle catacombe di Lucina a Roma. La cripta, dedicata ai santi Efisio e Gregorio Magno, considerati gli evangelizzatori della Barbagia, è fastosa. L'antico complesso religioso comprendeva anche l'oratorio di san Michele Arcangelo, realizzato a metà del XVIII secolo, in stile rococò, e le cumbessias che cingono la piazza.

Dopo l'unità d'Italia iniziò anche un'altra storia: il convento diventò caserma, pretura e municipio. Ma i frati erano sempre lì, custodi scrupolosi e instancabili di anime e spazi. Occupavano un'ala, anziché l'intero edificio. Nel 1960 la riconsegna di tutta la struttura. Per generazioni i frati sono stati a Fonni una presenza familiare. Lo riconosce per tutti la sindaca Daniela Falconi: "I francescani hanno sempre avuto una particolare vicinanza alla popolazione con il dialogo, la loro scelta di povertà, la sensibilità. Rappresentano un grande patrimonio umano, sociale e culturale". L'addio ha perciò un sapore molto amaro. "Nella Chiesa sta succedendo quello che è già successo per la scuola, per la sanità, per le forze dell'ordine: si taglia sempre nelle periferie, mai nel centro", sottolinea la sindaca. Con una precisazione: la parrocchia dei Martiri rimarrà e farà capo alla diocesi di Nuoro. Si apre comunque un'altra storia che manda in archivio legami e memorie sparsi in 410 anni, intrecciati a quella spiritualità francescana che è già un'eredità piena della ricchezza dei suoi ricordi.

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