Alla piccola finestra di vetro, quadrata, ci si avvicina due alla volta, perché oltre la lastra, avvolto nel gelido biancore di una cella frigorifera, c'è lui, Ötzi, l'uomo venuto dal ghiaccio. È una mummia integra, perfetta, il corpo di un uomo asciutto, atletico, alto appena un metro e sessanta centimetri, venuto da un silenzio di 5000 anni e oggi testimone di una storia straordinaria, unica, in cui scienza, antropologia, archeologia si intrecciano in un racconto pieno di suggestioni. Come il fatto che, per esempio, l'uomo di Similaun (il ghiacciaio al confine tra l'Italia e l'Austria dove è rimasto sepolto per millenni) avesse diversi tatuaggi e tutti vicini alle articolazioni. Una scoperta che ha fatto dire agli scienziati che i segni scuri sulla sua pelle non sono indizio di appartenenza a un gruppo, piuttosto tentativi di curare una dolorosa artrite con una sorta di agopuntura. Se invece si osserva il suo equipaggiamento, la sua faretra, con sei frecce di differenti lunghezze e lance acuminate, si scopre un oggetto perfetto, ben costruito, con cuciture precise e robuste. Oggi si direbbe un'opera di un abile artigiano.

Tanta precisione accanto a un arco non ancora ultimato. È per questa ragione che non è riuscito a difendersi? Benvenuti al museo archeologico dell'Alto Adige, modernissimo e multimediale spazio espositivo ospitato in un palazzo di Bolzano, costruito nel 1910 come filiale della Banca Austro-Ungarica, dove oggi è custodito un mondo avventuroso. Il punto di forza di questo museo sta nel fatto che è interamente costruito intorno a una delle più affascinanti scoperte mai fatte. Addentrarsi, passo dopo passo, significa fare un emozionante viaggio nel passato tra i tanti segreti di un uomo piccolo, cacciatore, profondo conoscitore delle risorse della natura, ucciso in una lotta, appena quarantenne. Una punta di freccia era conficcata nel suo petto. Con chi aveva ingaggiato un duello? Era minacciato? Era qualcuno del suo gruppo? Di sicuro, quando oltre 5300 anni fa Ötzi si mise in cammino sulle gelide altitudini dei ghiacciai della Val Senales non poteva certo immaginare che 5300 anni dopo avrebbe goduto di fama mondiale.

Dal 1998 centinaia di migliaia di persone hanno acquistato un biglietto per conoscerlo. Il ghiacciaio ha protetto per millenni non solo il suo corpo, ma anche il suo abbigliamento di pelliccia e di pelle, le armi e l'equipaggiamento, oggetti che spalancano una finestra sulla quotidianità dell'Età del rame. Come spesso accade è stato il caso a determinare la scoperta. Un'ondata di caldo eccezionale era arrivata fin sulle cime dell'Alto Adige, portando sabbia desertica che aveva sciolto antichi ghiacciai. Era stata una coppia di vacanzieri tedeschi, i coniugi Simon, nel 1991, a notare i resti della mummia a 3200 metri di quota. «Quello dell'uomo venuto dal ghiaccio - spiega la direttrice del museo Angelika Fleckinger - è più di un ritrovamento archeologico. Come testimoniano i visitatori, Ötzi non è percepito come un oggetto da esposizione ma come un personaggio a tutto tondo. I dettagli sulla vita e sulla sorte, venuti alla luce nel corso delle ricerche, gli hanno dato un volto e restituito la sua umanità».

Ma chi era quest'uomo venuto dal ghiaccio? Come viveva? Molte domande sono rimaste a lungo senza risposta ma a parlare oggi è soprattutto il suo equipaggiamento, un racconto per oggetti sugli uomini del Neolitico. La sua ascia con la lama in rame è indice di una capacità di lavoro già evoluta, i gambali in pelle, il mantello di pelliccia e la stuoia in erbe intrecciate, forse utilizzata per ripararsi dalla pioggia, dicono di una sapienza nello sfruttare ciò che la natura metteva a disposizione. Negli ultimi anni i ricercatori hanno potuto fare straordinarie scoperte. Sappiamo che aveva gli occhi marroni e che il suo gruppo sanguigno era Zero. Sappiamo che era predisposto alle malattie cardiovascolari e soffriva di gastrite: il genoma del batterio dell'ulcera è stato ritrovato nel suo corpo ma soprattutto la scienza ci ha detto che appartiene a un aplogruppo Y molto raro in Europa, e ritrovato in zone isolate come la Sardegna e la Corsica. Questo fa supporre che gli antenati di Ötzi siano emigrati dal vicino Oriente nel neolitico in seguito alla diffusione dell'agricoltura e dell'allevamento. Come dire, tra i tanti segreti di questa mummia anche la suggestione che Ötzi era un po' nostro lontanissimo parente.
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