La scrittrice e sociologa sudafricana naturalizzata statunitense Diana E. H. Russell, famosa per avere dedicato la sua vita e i suoi studi a combattere le violenze contro le donne, è morta a Oakland, in California, all'età di 81 anni.

L'annuncio della scomparsa, avvenuta martedì 28 luglio, è stato pubblicato dal quotidiano "San Francisco Chronicle".

Proprio a Diana Russell si deve l'introduzione del termine "femminicidio" quale forma estrema di violenza di genere, utilizzato dalla sociologa per la prima volta nel 1976 in una campagna di denuncia contro tutte le forme di discriminazione e oppressione dei confronti delle donne.

Fra i suoi libri più noti "La politica dello stupro", pubblicato nel 1974 e tradotto e diffuso in Italia e nel mondo due anni più tardi, in cui a essere indagati sono i casi di "padri, mariti e altri stupratori".

Poi, nel 1992, la scelta di utilizzare il termine "femminicidio" per indicare ogni uccisione di una donna commessa da un uomo per il fatto di essere una donna, evidenziandone la natura di fatto sociale.

Nata il 6 novembre 1938 a Città del Capo, in Sudafrica, Diana E.H. Russell è cresciuta in una famiglia di sei figli, con padre sudafricano e madre britannica. Dopo la laurea all'Università di Città del Capo, la specializzazione in sociologia alla London School of Economics di Londra e poi l'incarico come ricercatrice alla Harvard university.

Nel 1993 ha fondato Women United Against Incest, associazione che sostiene le vittime dell'incesto. È anche autrice del primo programma televisivo sudafricano dove le donne vittime di abusi raccontano le loro esperienze.

(Unioneonline/v.l.)
© Riproduzione riservata