Legge e scrive da quando ha imparato. Ma "la vocazione", la chiama così, è arrivata alle Medie. Articoli, racconti, poesie, fino a partecipare a un concorso e vincerlo. "Avevo 15 anni". E ora che ne ha 20 Angelica Grivel Serra, studentessa cagliaritana di Filosofia, può dirsi scrittrice: il suo romanzo fresco di stampa "L'estate della mia rivoluzione", pubblicato da Mondadori, rappresenta il primo giro di boa di una giovane quanto intensa esistenza. E per una ragazza che considera quei grandi galleggianti in mezzo al mare "non un traguardo ma un punto di partenza" è il primo passo verso un sogno che si avvera. Con impegno, lavoro, costanza e dedizione.

Del resto, dopo la Maturità classica al liceo Dettori ha attraversato mezza Italia con Michela Murgia, scrittrice di Cabras autrice di best seller, rinviando di un anno l'iscrizione all'Università. "Ho girato come una trottola e ho imparato un sacco di cose, a cominciare da come muoversi in treno da una parte all'altra della penisola. Ho visto da vicino il mondo letterario, mi ci sono addentrata, ho potuto conoscere un ambiente al quale non avevo accesso. Parlo del mondo degli scrittori, dal Salone del libro di Torino al Festival della letteratura di Mantova, tanto barocco il primo quanto elitario il secondo". E' stato importante ma non casuale l'incontro con Michela Murgia. "L'ho proprio voluto. L'ho cercata, sono entrata in contatto con lei attraverso conoscenti di conoscenti, le ho scritto, sono andata a Roma tra il pubblico della sua trasmissione televisiva Quante storie. Poi c'e stato un messaggio e dopo ancora una cena. E pian piano ci siamo trovate. E' un'affinità costruita nel tempo". E' cresciuta ed è cambiata, lei che pensava anche alla moda e alle foto. Sì, perché Angelica Grivel Serra è una ragazza di una bellezza fuori dal comune. Ma quel mondo non riusciva a soddisfare la sua fame di vita, e ora che comincia ad avventurarsi sulla strada della letteratura lentamente lo sta mollando. "Scelgo i progetti più interessanti, per me la moda non è un fine ma un mezzo, non vorrei fare la snob ma non ho più la spinta di alcuni anni fa. Sono su un altro fronte anche se non rinnego nulla. Non è che la bellezza non mi piaccia, anzi, è fondamentale: senza bellezza e ordine non riuscirei a vivere". Non le manca neppure l'ironia. Basti andare a guardare i tik tok sui social. "Per me sono uno svago impegnativo, dialoghi senza coreografia, l'ironia è un po' il boccaglio dell'esistenza umana". Insomma, è multiplayer o multitasking. Cioè: fa un sacco di cose. E le riescono tutte bene. Ora però è concentrata sulla scrittura. Il suo libro, autobiografico ma solo fino a un certo punto, è la storia di un'adolescente che sta per diventare adulta. "La scrittura è per me un'esigenza interiore e anche una visione esterna. Scrivo in mezzo ai libri e con una finestra aperta sul mare, io che ho la fortuna di vivere davanti al mare, mi riempie gli occhi, credo di non poterne fare a meno". Come tutti i cagliaritani, e in generale chi vive nelle città di mare. Eppure Angelica Grivel Serra si sente anche ogliastrina, di Ulassai, il paese della madre, Pina, alla quale è legata in modo viscerale. Al punto da lottare per un anno intero contro le lungaggini della burocrazia per aggiungere il suo cognome a quello paterno. "E' una battaglia che vale la pena combattere per l'affermazione di un principio: la figura materna è importante, per me si è trattato del riconoscimento di una figura centrale. E' stata una procedura faticosa". Non lo dice ma è chiaro che la rifarebbe mille altre volte ancora. "Mi sento tremendamente legata a Ulassai, il paese di Maria Lai".

Si definisce una persona "in divenire, nel senso che non sono definita". E allora non la si può chiamare studentessa né scrittrice né modella perché è tutto questo insieme. Non solo: c'è pure la politica. "Mi sono candidata come consigliera alle ultime Comunali di Cagliari". Non è stata eletta ma ha pubblicato il primo libro. "Il contratto è arrivato attraverso l'esperienza di vita politica". Durante la campagna elettorale ha fatto vedere un video al Teatro Massimo di Cagliari "e a mia insaputa Teresa Ciabatti ha scritto a un editore che mi ha chiamata (nel frattempo aveva visto le altre mie cose). Sono andata a Milano per un colloquio: ho avuto carta bianca. Ho scritto intensamente dal marzo 2019 per quattro mesi e mezzo. E' un'autofiction, anche se odio questa parola: c'è una parte di me ma il resto è romanzato".

E ora sta "meditando". Cioé sta elaborando un altro progetto di scrittura ma non solo. Non resta che aspettare. Se il buongiorno si vede dal mattino sarà una giornata radiosa.
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