L'uso di una terapia a base di una dose controllata di un parassita intestinale (l'anchilostoma) può essere efficace contro la sclerosi multipla. Il parassita, infatti, regola e tiene a bada il sistema immunitario del paziente, frenando la reazione autoimmune contro i nervi.

È il risultato di uno studio della University of Nottingham condotto da Cris Constantinescu e pubblicato sulla rivista JAMA Neurology.

La sclerosi multipla è una malattia autoimmune, in cui cioè il sistema immunitario va in tilt e attacca la guaina isolante di rivestimento dei nervi, la mielina, provocando danni neurologici. Lo studio ha coinvolto 71 pazienti con la forma più comune, la recidivante-remittente, in cui si alternano fasi di remissione a fasi di recidiva. A metà dei pazienti è stata data una piccola dose di parassita (appena 25 larve), agli altri placebo.

Il parassita sembra aiutare l'organismo a tenere a bada il sistema immunitario, favorisce l'aumento di cellule immunitarie regolatorie (i linfociti T regolatori) e infatti oltre la metà dei pazienti trattati col parassita non presenta nuove lesioni del sistema nervoso dopo otto mesi dal trattamento.

Si tratta, ovviamente, di risultati ancora molto preliminari e comunque non comparabili con quelli dei farmaci in uso, ma ulteriori studi serviranno per accertare gli eventuali benefici di questa "terapia alternativa".

(Unioneonline/v.l.)
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