Ad un tiro di schioppo da Porto Torres si trova la necropoli ipogeica di "Su Crucifissu Mannu", un autentico gioiello archeologico della Sardegna. Comprende almeno 22 domus de janas (ma scavando ve ne potrebbero essere altre), realizzate tra il Neolitico Recente (IV millennio a.C) e l'Eneolitico Iniziale (III millennio a.C). Nei pressi della necropoli passava inoltre, oltre all'acquedotto, l'antica strada romana, di cui sono ben visibili tracce di carri, che trasportavano materiale alla vicina Turris Libissonis, l'attuale Porto Torres, appunto.

Eppure questo importante sito archeologico, che si trova attualmente in una campagna incolta, è totalmente dimenticato, in balia di vandali o male intenzionati. Gli esperti ovviamente sono a conoscenza del suo grande valore, e se effettuano qualche visita ciò si deve alla benevolenza dei proprietari dei terreni.

La Soprintendenza una ventina di anni fa aveva ricevuto un finanziamento dal Ministero dei Beni Culturali, per procedere all'esproprio delle aree, ma la cosa si perse poi nei meandri della burocrazia. Dopo vario tempo, per risarcire i legittimi proprietari, i soldi non bastarono e quindi non se ne fece nulla. A onor del vero, proprio su indicazione del Ministero dei Beni Culturali, la legge n.42/2004, consentirebbe ai comuni, previo opportuno progetto, di ottenere finanziamenti per la valorizzazione del sito.

Non risulta a tutt'oggi che alcuna amministrazione turritana abbia proceduto in tal senso. Per cui la necropoli di "Su Crucifissu Mannu" continua ad essere poco valorizzata, nonostante sia eccezionale testimone di epoche storiche ed ere affascinanti da riscoprire.
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