L'ordinanza del Governatore della Sardegna Christian Solinas, la n.27 del 2 giugno scorso, ha lasciato perplesso il numeroso e dinamico movimento del folklore sardo, in particolar modo quello dei gruppi.

Si fa portavoce del malumore Antonio Brundu, sindaco di Usini, cultore e studioso della materia, ma anche un amministratore che indossa abitualmente l'abito tradizionale nelle piazze. Il sindaco di Usini scrive perciò al presidente Christian Solinas.

"L'ordinanza lascia un vuoto per quanto riguarda i gruppi folk, che rappresentano in Sardegna un'importante componente sociale, educativa ed economica - spiega nella lettera il primo cittadino - La questione è complessa, specie per il distanziamento causa Coronavirus, ma potrebbe essere sottoposta alla direzione generale della Sanità".

"Per quel che mi riguarda - continua il sindaco Brundu - mi rendo disponibile a stilare un quadro che possa portare i nostri cori e gruppi folk a riprendere le attività, nel rispetto delle vigenti regole sanitarie. Credo che sia il caso di affrontare questa nostra importante specificità, al fine di preservarla e difenderla".

"Mi rendo conto - conclude - che di fronte a una pandemia l'elemento della festa potrebbe apparire secondario, tuttavia le dinamiche sarde in questo settore assumono particolare valenza. Penso quindi sia necessario porre sul tavolo la questione e risolverla nel più breve tempo possibile, in sicurezza e con regole certe e univoche".

In Sardegna sono circa 800 le associazioni folkloristiche di canto e ballo, un esercito di 15mila persone, ambasciatori di cultura e tradizioni, che muove, particolare non trascurabile, un notevole volume di economia.
© Riproduzione riservata