Istantanee surreali dall'Alto Oristanese. I suoni della natura sono gli unici protagonisti in queste settimane nei numerosi novenari campestri che circondano i paesi di Guilcier e Barigadu. Quegli stessi novenari che, quando ancora il mondo non sapeva dell'esistenza del coronavirus, erano un viavai continuo di persone, un vociare di gente, un forte luogo di aggregazione.

Tempi che sembrano lontani anni luce e che a pensarci oggi, dove l'imperativo categorico si chiama "distanziamento sociale", fanno venire i brividi.

In queste domeniche di primavera e soprattutto nella giornata di Pasquetta erano luoghi, possiamo dire, ad alta densità.

A Bidonì, nella pineta di Istei, il Lunedì dell'Angelo arrivavano migliaia di persone, mille solo al pranzo, in occasione della sagra de s'anzone organizzata dalla Pro loco. Chiaramente tutto saltato.

"Per il nostro paese, 137 abitanti, la sagra comportava un afflusso non indifferente di persone. Non poterla fare è stato un colpo importante. Speriamo di poterla proporre tra agosto e settembre", dice il presidente della Pro loco Daniel Fadda.

In territorio di Ghilarza, pochi giorni fa, cadeva l'anniversario di Muristenes in beranu, la kermesse che dal 2019 richiamava nel suggestivo scenario di San Serafino migliaia di visitatori.

"Eravamo in procinto di organizzarla ma sia il cantiere per i lavori nella chiesa che la paura per il Coronavirus, che comunque quando abbiamo iniziato a muoverci ancora sembrava lontano, ci hanno fatto desistere. Quindi non abbiamo avuto costi per l'organizzazione - spiega Francesco Miscali -. Ci siamo lasciati con l'intento di congelare gioco forza la manifestazione e di proporla con entusiasmo il prossimo anno, sperando che tutto si sia risolto".

Solo a Ghilarza si contano quattro novenari, tutti sempre molto frequentati dai ghilarzesi e non solo. Il sindaco Alessandro Defrassu spiega: "I novenari erano un emblema di come i rapporti sociali fossero strettissimi, molto più che nei vicinati del paese. L'emergenza Coronavirus impedisce attività che erano importanti per la vita della comunità, ma chiaramente ora le priorità sono altre".

Il primo a partire con i festeggiamenti, il 30 di aprile, sarebbe dovuto essere il novenario di San Michele. "Siamo molto dispiaciuti, il programma della festa era pronto, ma chiaramente abbiamo dovuto bloccare tutto - spiega il presidente del Comitato Stefano Pinna - . Noi siamo tutti molto uniti, 140 novenanti ai quali si aggiungono poi moltissime persone . Speriamo che la pandemia non continui e magari proporre a settembre la festa".

Simone Manca, del comitato di Trempu, sottolinea: "I nostri novenari per Pasquetta si riempivano sempre, solitamente era il primo giorno utile per fare una scampagnata con il bel tempo. Ora sono tutti deserti e super controllati".

Anche Santa Cristina, tra chi ha il muristenes e i turisti che arrivavano al sito archeologico per Pasquetta era presa d'assalto. Quest'anno ovviamente il deserto.
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