Le scuole sono chiuse ma i docenti lavorano da casa con la didattica a distanza anche se tantissimi studenti non hanno la connessione internet e gli strumenti tecnologici necessari per seguire le attività proposte.

Lo rimarca con forza Maria Luisa Serra, segretari generale della Cisl Scuola Sardegna: "Quello che mi preoccupa - evidenza - è il fatto che nelle nostra regione non tutti gli studenti e le loro famiglie hanno le stesse possibilità di usufruire della didattica a distanza. Non tutti posseggono strumenti tecnologici e connessioni che consentano una partecipazione a queste attività in modo omogeneo. In certe zone della Sardegna non è possibile connettersi a Internet, ma ancor più grave è che ci sono famiglie in situazioni economiche molto disagiate.

Le loro giornate sono orientate a dover "sbarcare il lunario in qualche modo" altro che pensare di acquistare un computer al figlio".

Secondo la segretaria della Cisl, questa situazione evidenzia un fatto inquietante per la Sardegna, cioè che la scuola non è, almeno oggi, il luogo per eccellenza dell'inclusione sociale: "In questo momento - dice Maria Luisa Serra - non è sufficiente dire che gli studenti saranno promossi. Il Gap formativo resterà anche quando questo disastro sanitario sarà terminato. Ci sono studenti che hanno famiglie che li seguono e li sostengono durante lo studio, altre che non ne hanno la possibilità. La scuola non può essere strumento di marginalizzazione dei più deboli, di quelli che hanno la sola possibilità di riscatto sociale nell'avere una formazione adeguata, mirata a rimuovere tutti gli ostacoli possibili e avere un inserimento sociale secondo quanto previsto dalla Costituzione. Noi siamo orgogliosi di rappresentare lavoratrici e lavoratori che, con generosità e grande senso di responsabilità, stanno facendo di tutto per garantire, tra difficoltà di ogni genere, il diritto all'istruzione di tutti i loro alunni svolgendo orari di servizio ben maggiori di quelli canonici".
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