Una scuola proiettata oltre il perimetro delle aule, aperta al territorio e al dialogo con le famiglie, tra laboratori, arredi innovativi e tecnologia multimediale. Nella Barbagia Mandrolisai decolla un progetto sperimentale che punta ad abbattere la dispersione scolastica di cui la provincia di Nuoro è maglia nera a livello nazionale. Se in Italia il fenomeno raggiunge il 23,9 per cento e in Sardegna il 33,3 per cento, la storica provincia di Nuoro quasi raddoppia: 42,7 per cento, quota tra le più alte d'Europa. Indica i 1500 studenti che non sono arrivati all'ultimo anno delle scuole di secondo grado. Negli ultimi cinque anni, ovvero dall'anno scolastico 2014-15 al 2018-19, al primo anno delle superiori si erano iscritti 3512 ragazzi. Ma tanti strada facendo hanno abbandonato gli studi, prima di arrivare al traguardo della maturità. Le motivazioni sono tante. La Provincia, nel recente piano di dimensionamento scolastico, punta l'indice sul crescente pendolarismo che - fa notare - . Finito il tempo di avere la scuola sotto casa, per molti dei 27.406 studenti delle zone interne (17.336 nel primo ciclo, 10.070 negli istituti superiori) si pone il problema dei trasporti, delle ore da passare sui bus o in giro per strada se si esce prima o si entra dopo in classe: situazione che non incoraggia gli spostamenti per lo studio. , nota Maria Luisa Ariu, segretaria della Cisl. .

In questo contesto, dove pesano anche i tagli alle autonomie scolastiche, la Barbagia Mandrolisai abbraccia il progetto nazionale "Oltre i Confini. Una scuola aperta al territorio", messo in campo in nove regioni italiane. Qui è giunto al secondo anno. Capofila dell'iniziativa, finanziata dall'impresa sociale Con I Bambini, il Centro iniziativa democratica degli insegnanti (Cidi) di Milano che coordina in Sardegna la rete Nuoro, formata da cinque partner: gli istituti comprensivi di Atzara e Desulo, dall'istituto superiore Fratelli Costa Azara di Sorgono, la cooperativa sociale Barbagia Mandrolisai e l'associazione di promozione sociale Ibis (sta per Identità, benessere, interculturalità, solidarietà) di Nuoro. In ogni regione è stata messa in piedi una rete di istituti scolastici, associazioni, enti no-profit con specifiche peculiarità territoriali, per promuovere interventi di prevenzione e contrasto alla dispersione scolastica. Tra i vari interventi spicca la creazione di tre presidi educativi a Sorgono, a Desulo e Ortueri. Si tratta di spazi polifunzionali, luoghi di aggregazione fra scuola, attori sociali, famiglie e studenti, dove sono previsti laboratori finalizzati a promuovere varie attività formative per i ragazzi in un ambiente dove tutto - dagli arredi innovativi e dalle sedie ergonomiche alle tecnologie multimediali - concorre a stimolare l'apprendimento. Fondamentale è anche il dialogo tra scuola e famiglie. I centri saranno aperti nel pomeriggio, potranno contare su figure importanti e qualificate come psicologi e pedagogisti per dare supporto ai ragazzi e anche agli insegnanti con corsi, attività di recupero, consulenza. Un pacchetto di 430 ore di cui 100 per famiglie svantaggiate, 300 per gli alunni a rischio dispersione Un modello su cui i protagonisti credono molto. Dice Walter Moro, presidente del Cidi. Sottolinea Lisetta Bidoni, presidente di Ibis, in passato già impegnata in progetti anti dispersione.
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