È una storia antica e affascinante quella del Villaggio di Mannorri che con il suo borgo rurale ha occupato modesto e solitario i territori tra Urzulei e Talana, era la seconda metà del Settecento.

Il mistero della sua scomparsa è stato protagonista insieme alla musica da camera e al teatro, nella terza edizione di "Poesia e Musica sotto il Monte", la rassegna andata in scena a Urzulei dal 28 al 29 dicembre organizzata dall'Associazione Gruppo Folk e Progetto Atlantide.

Si è partiti con il progetto dell'Associazione "Andalas de Memoria" che grazie alla sua presidente Lucia Deiana, promuove, divulga e tutela, il patrimonio storico, archeologico e architettonico di Urzulei.

Il pomeriggio culturale si è aperto proprio con la storia del villaggio di Mannorri: Fabrizio Vella autore dell'omonimo libro ne ha raccontato la vicende dalle tinte giallo noir, in un'inchiesta sui misteri che ne hanno tracciato l'infausto destino nella seconda metà del Settecento.

"Mannorri, - ha detto lo studioso di Urzulei - era un villaggio che venne abbandonato a causa degli scontri tra più contendenti che ambivano a sposare la più bella ragazza. Il mio è un racconto fatto di testimonianze orali che si presta ad essere ancora approfondito". L'intervento di Vella è stato arricchito dalla presenza di Francesca Balia su "Il culto di San Basilio".

"La Sardegna - ha narrato l'archeologa - è una terra ricca di riti e tradizioni che restano ancora oggi in gran numero sconosciuti; tra questi c'è la venerazione per i Santi che spesso trae origine da un passato remoto e nebuloso, in cui il culto si è diffuso attraverso fatti storici, culturali e antropologici di grande interesse".

Nella Sala Consiliare si è rivissuta una storia che non ti aspetti fatta di mito e romanticismo. Le vicende dell'innamorato della ragazza di Mannorri sicuro che lei sarebbe caduta ai suoi piedi solo guardandola, sono diventate ancor più reali con la narrazione dei fatti accaduti nel giorno della festa de S'Anghelu, quando vedendola ballare davanti alla chiesa, lui non resistette e la baciò in pubblico, suscitando la violenta reazione dei parenti di lei. Schiavo della gelosia, si scagliò contro quello che considerava un rivale in amore aggredendolo con un coltello.

La disputa si trasformò in una vera lotta con le scene violente dei due uomini che combatterono terribilmente fra loro ammazzandosi. La ragazza presa dalla disperazione, convinta di aver causato tutto ciò, morì di crepacuore tra le braccia della madre. I conflitti e le rivendicazioni continuarono anche dopo la morte de "Sa bella e Mannorri", e fu così che il paese lentamente sparì e pochi mannorrini superstiti si rifugiarono a Urzulei e Talana.

La venerazione del culto di San Basilio ha condotto poi il pubblico in un percorso storico fatto di ricordi, racconti e testimonianze raccolte dagli studiosi. Le atmosfere sulla storia del Villaggio scomparso sono state rese ancora più affascinanti dal teatro di Gianluca Medas accompagnato magistralmente dal quartetto degli Andhira composto da Elena Nulchis voce e armonium, Egidiana Carta voce e flauto, Elisa Zedda voce e Luca Nulchis pianoforte, armonium e voce.

Coro unanime dai relatori, Fabrizio Vella autore del libro dedicato a Mannorri, Francesca Balia archeologa e Lucia Deiana presidente di "Andalas de Memoria", affinché nasca un progetto di scavo del villaggio, perché la sua storia possa essere rievocata oltre che con le testimonianze orali degli anziani anche con quelle materiali racchiuse nelle chiese, nelle case e nelle strade poi abbandonate.

"Noi possiamo fare tanto riconoscendo il nostro passato e da questo possiamo partire per farlo diventare una ricchezza futura, per questo l'Associazione Progetto Atlantide - dice il presidente Fabio Lorrai cogliendo l'auspicio dei relatori - si farà promotrice di una richiesta al Comune di Urzulei affinché interceda presso la Soprintendenza regionale e si faccia portavoce della richiesta di avviare gli scavi nel sito di Mannorri. Il nostro paese ha ancora una volta dimostrato di essere ancora in grado di custodire quell'atmosfera spirituale che ricorda la nostra infanzia e ancora oggi ne fa un luogo di contemplazione in cui ritrovare il contatto con la natura e l'autenticità del tempo trascorso in famiglia durante le festività".
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