Il passaparola è la più potente chiave per scardinare diffidenze e timori. Spesso è così che si inizia a partecipare alle costellazioni: ci va un amico, l'amico dell'amico e via familiarizzando. "Vengono persone che non hanno preconcetti e vogliono sincerarsi di persona di cosa si tratti. Questo è sufficiente per un primo incontro".

Così risponde Paola Sappia, costellatrice familiare, a chi cerca di essere illuminato sull'argomento e cerca di capire come mai tanta gente, ormai anche a Cagliari, si affidi a questa pratica. Ma di cosa si tratta? "Le costellazioni familiari, create da Bert Hellinger, sono un efficace metodo di aiuto, per l'anima, un riorientarsi in una società che non vede più l'essenza e la bellezza della vita". Mette in guardia però: "Mai usare il termine terapia: io non sono assolutamente una terapeuta, non è questo il mio ruolo e sono contenta di poter chiarire questo punto delicato. Per come la vedo io non si tratta neanche di aiuto, nel senso che io non aiuto nessuno. Sono le persone che si rivolgono a me che hanno deciso di aiutarsi e di uscire da una situazione di malessere. Io sono solo l'indice che mostra ciò che si deve e si può guardare".

LA FORMAZIONE - Paola Sappia,cagliaritana, 60 anni, ha seguito sempre l'istinto e le sue passioni, come il cinema "momentaneamente messo da parte" anche se, già regista di cortometraggi, coltiva l'idea di realizzare un lungometraggio sulle costellazioni. Genealogista da vent'anni ha aiutato tanti amici a ricostruire le storie dei loro antenati, dopo aver guardato le vite dei suoi nonni e bisnonni. La sua casa è tappezzata di attestati, come counselor olistico, coach del benessere e, appunto, costellatrice familiare, titolo sfornato dopo il corso in un istituto olistico.

"Partecipavo già a incontri con gruppi condotti da altri costellatori. Ho via via affinato la mia sensibilità per poter riconoscere anche il minimo segno in me, e ho iniziato a mettermi a disposizione come rappresentante nei lavori condotti da altri". La sua è stata una formazione internazionale, durata tre anni e mezzo, ha visto molti costellatori all'opera, tedeschi e brasiliani.

Ha arricchito il suo curriculum seguendo lezioni con insegnanti "guru" in questo campo. "Io sono nata col seme della costellatrice dentro di me, ma questo seme ha impiegato 55 anni per germogliare ed essere riconosciuto. Prima di tutto però c'è una chiamata, un po' come i preti o suore. Ho sentito che condurre le costellazioni familiari era il mio modo di essere al servizio degli altri e allora ho cercato una formazione che potesse certificarlo, dopo ben due tesi scritte".

I PARTECIPANTI - Chi bussa alla sua porta? "Perlopiù persone con questioni da risolvere - spiega Paolo Sappia - e pesi che si portano dietro da troppo tempo. Il malessere è una buona molla per arrivare in un gruppo di costellazioni familiari. Io personalmente auspico che le persone ritornino perché hanno deciso che il cambiamento debba riguardare più ambiti della loro vita e, quindi, con motivazioni che vanno oltre il problema contingente da risolvere, per fare un percorso di crescita".

Come si svolgono? "Chi porta un proprio tema personale sceglie tra i presenti chi deve rappresentare i membri della sua famiglia e li dispone nello spazio al centro del cerchio di lavoro. Una scelta che avviene in modo intuitivo: la costellazione prende vita già dalla forma iniziale che informa sulla situazione disarmonica e sulle relazioni disordinate. Vige il patto assoluto che niente di quanto si è udito e visto nel gruppo possa essere riferito all'esterno". Non solo per problemi personali e familiari, si ricorre alle costellazioni anche per motivi di lavoro e questioni che riguardino associazioni di ogni tipo.

TIPI DI INTERVENTO - Un esempio? "Una donna che ha difficoltà a trovare una relazione sentimentale serena: relazione che sfocia in un duello, in una rabbia esagerata. Spesso salta fuori che questa grande rabbia è una rabbia antica che appartiene a tante sue antenate, a tutte quelle che non sono state onorate dal padre, dai fratelli, dal marito e dai figli. Allora si restituisce la rabbia delle donne alle antenate, onorandole e inchinandosi al loro destino. In questo modo si riconosce il destino di chi è appartenuto alla famiglia nelle generazioni precedenti. Era quella bisnonna che veniva ripetutamente umiliata dal bisnonno: io ho accolto la sua rabbia affinché le sue umiliazioni non fossero state patite invano".

Insomma, lo scopo della riunione è "guardare" i destini e i dolori vissuti in famiglia. "Il guardare è tutto nelle costellazioni familiari", sottolinea Sappia. Si sciolgono vecchie questioni guardando e mettendo in scena il proprio vissuto, senza mai giudicare.

"In ogni sistema familiare - spiega la costellatrice - ci sono degli esclusi ma ogni esistenza chiede di essere vista, tanto più se è stata tragica. Si guardano i segreti di famiglia, gli incidenti, le malattie, le morti precoci. E finalmente si può lasciare a ognuno il suo destino. Quando il costellato diventa consapevole dei propri processi mentali, delle proprie reazioni corporee, delle proprie sensazioni ed emozioni che attiva inconsciamente attraverso le riunioni di gruppo, in quel momento sarà in grado di interrompere lo schema di vita disarmonico in modo da diventare padrone del proprio destino".
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