Uno sguardo poetico e contemporaneo per raccontare, attraverso 43 scatti, il Sulcis Iglesiente e l'Asinara. Si intitola "Sottotraccia" il percorso espositivo costruito attraverso le istantanee del fotografo Pino Musi, e in programma a Cagliari, per le cure di Marco Delogu, negli spazi della Fondazione di Sardegna dal 20 dicembre al 31 marzo prossimi.

Un corpus che si dipana tra le geometrie della cella di Totò Riina all'Asinara e gli scheletri degli impianti minerari dismessi: Cala d'Oliva, Serbariu e Monteponi, ma anche gli orizzonti dilatati di Fornelli e le linee morbide di Piscinas e Cala Domestica.

"I due poli di questo viaggio visivo di Pino Musi coincidono con le componenti stesse della fotografia, in un perfetto equilibrio tra bianco-Asinara e nero- Sulcis, tra le abbacinanti immagini del carcere e certi scorci 'piranesiani' dell'Iglesiente"", scrive il poeta Valerio Magrelli.

"Una mostra lontano dalla retorica del degrado - mette in evidenza Delogu - l'eterna lotta tra buio e luce viene paradossalmente capovolta nei due territori. Uomini liberi obbligati al buio delle miniere, giornate intere passate a centinaia di metri sotto la superficie. Uomini in cattività obbligati a convivere con la potenza della luce del sole, e di questa bellezza abbagliante non potevano usufruire: punizione nella punizione, quella luce marcava il loro confine, così come il profondo buio toglieva salute e libertà ai minatori del Sulcis".

Un contrasto annullato nelle fotografie di Pino Musi, il cui sguardo vuole offrire, con il linguaggio dell'immagine, una personale visione di due mondi accorciando al tempo stesso, attraverso un racconto unitario, le distanze geografiche.

(Unioneonline/v.l.)
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