ASave The Children, Sassari piace. È solidale, accogliente, propositiva. Un esempio per tutta la Penisola, i due progetti di Save the Children in città: il Punto Luce e Futuro Prossimo, realizzati (unici in Sardegna) con la collaborazione con Uisp e Comune di Sassari, settore politiche sociali. Centoventi bambini destinatari di un'offerta formativa e ricreativa totalmente gratuita, un importante lavoro di rete con i servizi sociali, le scuole del territorio, le famiglie. I progetti fanno molto più che assistere: insegnano a camminare da soli. Si parla di ragazzini che vengono aiutati nello studio, nel gioco, nel rispetto dell'altro e della comunità.

Storie da raccontare all'infinito. Come quella di Mame, che arriva dal Senegal. Figlia di venditori ambulanti, conosce il Punto Luce, un faro in un quartiere popolare ma ricco di energie, come il Latte Dolce. Mame ha scelto di andare al liceo Scientifico, ma poi per motivi familiari ha dovuto fare rientro in Senegal. Al ritorno, gli educatori del Punto Luce l'hanno aiutata a recuperare i mesi perduti. Lei è stata talmente brava da essere stata prescelta per rappresentare un progetto nazionale di Save the Children, chiamato Sottosopra.

C'è la storia di Antonio: ha dodici anni, ci sa fare come un uomo, nelle attività manuali. Non li aveva mai potuti vedere, "quelli". La pelle scura, un'altra lingua, altre usanze. Che ci fanno qui, in Italia, a rubare il lavoro agli italiani? Tempo dopo uno di "quelli", è arrivato al Punto Luce con la bici. Aveva una ruota bucata. Antonio nel frattempo ha imparato ad aggiustare le bici, glielo hanno insegnato al Punto Luce. Lo ha portato a casa sua, dove ha cercato una camera d'aria. Poi, in cortile, gliel'ha riparata. Piccole cose, grandi cose, che cambiano la prospettiva del mondo.

«Il Latte Dolce è un mondo a sé. "Andiamo a Sassari", dicono i nostri ragazzi. Per loro è come andare in un altra città - dice Mary, educatrice storica della Uisp - Noi cerchiamo di fargli capire che c'è tutto un mondo là fuori, che devono conoscere. E cerchiamo di farli uscire da questa cerchia, salvando le loro energie più preziose».

Un sottobosco silenzioso, che fa poco rumore ma ha lo potenza di una goccia, fissa, costante. Il Punto Luce a Sassari esiste da quattro anni. Nato in sordina, grazie al partenariato di Save The Children, Uisp e Comune, in una scuola diroccata, è diventato con lo scorrere del tempo un ritrovo per centinaia di ragazzini. Prima erano solo del quartiere, poi il Punto si è allargato a ragazzi provenienti persino da molti paesi. La rete funziona. Scuola, Servizi sociali, consultori. «Abbiamo tanti laboratori, ma non vogliamo essere una fabbrica di attività - continua Mary - quello che vogliamo essere è una opportunità di riscatto per i ragazzi. Vogliamo che sperimentino, che conoscano le loro passioni, che spesso non sanno neanche di avere. I laboratori, sotto questo aspetto sono un mezzo, a cui si aggiungono le attività sportive. Pallamano, calcio, rugby, basket, pallavolo. E poi danza, hip hop, skate. Ma ci sono anche altre conoscenze: abbiano avviato laboratori di falegnameria, di fotografia, di musica e giardinaggio. Abbiamo messo su una ciclofficina. Scoprendo che esiste la comunità, il senso di solidarietà. È bastato mettere un post su un social, chiedere se qualcuno poteva regalarci vecchie bici da aggiustare. Siamo stati sommersi. Un successone. I ragazzi si sono divertiti, hanno imparato una lezione importante: che le cose rotte non si buttano, possono essere riaggiustate, e persino regalate. Una sensazione bellissima».

Il Punto Luce è contagioso. Chi collabora ritorna, vuole far parte di quella Comunità educante che fino a ieri sembrava utopia. Collaborano le associazioni, indispensabili per riempire il vuoto di servizi, collaborano le famiglie, collaborano le istituzioni. E si forma la gioventù che avrà in mano il mondo di domani. A Latte Dolce l'associazione di migranti Caterpillar Royal si è avvicinata al Punto Luce. Puoi trovarli, i migranti, con zappe e falci e sacche di terriccio, a sistemare e rendere dignitoso il cortile fuori dalla sede, nel cuore del quartiere. Gratis, senza chiedere niente. La Uisp per ringraziarli ha organizzato un pranzo e poi una cena. Persone che prima li guardavano in cagnesco, si sono avvicinate, hanno conosciuto colori e piatti tipici, ognuno portava qualcosa che raccontava di sé e della sua terra. La distanza, a quel punto non era più così profonda. La conoscenza schiaccia l'ignoranza. E l'apertura è contagiosa. Come sa quella bimba con due denti rotti, aggiustati da un dentista, conosciuto in uno dei laboratori di Save. Un sorriso regalato non ha prezzo, può mostrare che il mondo non è popolato solo di lupi cattivi, che esiste una energia grande, devi solo andare a caccia.

La Uisp la chiama Comunità educante: nasce da una proposta quasi in sordina, poi si allarga a macchia d'olio. Tutti collaborano, si scopre il piacere dell'aiuto. Il Punto Luce ha ormai gambe per essere esportato anche nel resto dell'Isola.
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