Alberghi di lusso, ristoranti, punti di osservazione naturalistici e musei. I vecchi fari e le stazioni semaforiche dismesse della Marina, che ora sono di proprietà della Regione, avranno una nuova vita. Sono quattro le gare (su un totale di 10 beni immobili) aggiudicate nei giorni scorsi per il recupero e la valorizzazione di un patrimonio costiero di inestimabile valore. I vincitori avranno in concessione gli edifici per un massimo di mezzo secolo. Alla scadenza dell'accordo il faro rientrerà nella disponibilità completa della Regione.

Punta Falcone
Punta Falcone
Punta Falcone

L'iniziativa fa parte del progetto "Orizzonte fari Sardegna" firmato il 27 settembre di due anni fa dall'allora presidente della Giunta regionale Francesco Pigliaru, l'ex assessore agli Enti locali Cristiano Erriu e il direttore dell'Agenzia Demanio Roberto Reggi. L'iniziativa ha subito un'accelerata, che ha portato all'aggiudicazione della gara, grazie all'intervento del direttore generale degli Enti Locali Umberto Oppus.

Sono quattro - come detto - i fari che una volta concluse le procedure burocratiche saranno affidati in concessione. Solo allora i vincitori della gara potranno iniziare i lavori di recupero di Capo Sperone, Punta Falcone, Capo d'Orso e Capo Figari. Per l'ex stazione semaforica di Capo Ferro la pratica è stata sospesa in attesa di trovare un accordo definitivo con il Comune di Arzachena.

Capo Ferro
Capo Ferro
Capo Ferro

I fari sono all'interno di parchi o aree marine protette, entro la fascia dei 300 metri dal mare, e rientrano tra i beni tutelati dal Piano paesaggistico regionale. Sarà impossibile realizzare volumi aggiuntivi: gli edifici, tutti costruiti oltre 70 anni fa sono di eccezionale valore storico e culturale. Trattandosi di beni identitari, il restauro dovrà essere esclusivamente conservativo. Il progetto, che dovrà necessariamente passare sotto la lente d'ingrandimento della Sovrintendenza, dovrà rispettare la filologia della struttura. Inoltre la destinazione sarà solo per attività pubbliche o private, non saranno concesse attività residenziali. I fari (alcuni dei quali continueranno a funzionare per la navigazione), e le casermette non potranno essere trasformati in ville.

Capo Sperone
Capo Sperone
Capo Sperone

I FARI AGGIUDICATI - La vecchia stazione segnali di Capo Sperone (S'Acqua de sa canna) è stata aggiudicata a Marco Pescarmona, che verserà un canone annuo di 30.000 euro e per 43 anni potrà aprire nella struttura attività alberghiere, di ristorazione e di vendita di prodotti tipici. L'ex stazione di vedetta di Capo Figari (Golfo Aranci) è stata aggiudicata alla società New Fari che potra utilizzare l'immobile per 30 anni, versando un canone annuo di 35.000 euro. Potrà esercitare attività di ristorazione, vendita di prodotti tipici e proporre servizi per la scoperta del territorio, ricerca e didattica. L'ex stazione di segnali di Punta Falcone (Santa Teresa di Gallura) sarà affidata alla società Soget che l'avrà in concessione per 30 anni, pagando un contributo annuo di 30.000 euro. Potrà aprire attività alberghiere e di ristorazione, vendere prodotti tipici e offrire servizi per la ricerca e la didattica. La concessione per l'ex faro di Capo d'Orso (Palau) è stata vinta da Andrea Porqueddu che si è aggiudicato la struttura per 30 anni e verserà un canone annuale di 30.000 euro.

Capo d'Orso
Capo d'Orso
Capo d'Orso

L'INIZIATIVA - Rientrano nel progetto "Orizzonte fari Sardegna" il vecchio faro di Razzoli, il faro di Punta Filetto nell'isola di Santa Maria, l'ex stazione di vedetta di Marginetto alla Maddalena, l'ex faro di Capo d'Orso a Palau, l'ex stazione segnali di Capo Sperone a Sant'Antioco, l'ex stazione semaforica di Arzachena, l'ex stazione di vedetta di Capo Figari a Golfo Aranci, l'ex stazione di Punta Falcone a Santa Teresa di Gallura, l'ex stazione semaforica di Punta Scorno e il faro di Capo Comino a Siniscola. Tutti beni dismessi, tranne il faro di Capo Comino che a breve, però, seguirà la stessa sorte.
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