Il suo primo viaggio pastorale è stato proprio a Cagliari: in questo modo, pochi mesi dopo il suo insediamento, Jorge Bergoglio ha voluto rendere omaggio alla città che ha regalato il nome alla capitale del suo paese, l'Argentina. Perché - nozione scontata per noi cagliaritani - Buenos Aires deriva proprio dalla zona di Bonaria a Cagliari. Nei primi anni del XIV secolo, una nave partita dalla Catalogna e diretta in Italia, si imbatté in una violenta tempesta. Il capitano, per salvare l'equipaggio, ordinò che tutto quello che c'era a bordo venisse gettato in mare. Per ultima, fu buttata una cassa: appena toccò l'acqua, secondo la leggenda, la tempesta cessò. La cassa, spinta dalle correnti, approdò a Su Siccu ma nessuno riuscì ad aprirla. Ci riuscirono però i padri mercedari del convento situato alla sommità del colle. E, aprendola, trovarono all'interno una grande statua della Madonna con bambino. Quella statua prese il nome di Nostra Signora di Bonaria. E la Madonna di Bonaria divenne anche, oltre che patrona massima della Sardegna, anche protettrice dei naviganti.

Qualche tempo dopo, nel 1536, il conquistatore spagnolo Pedro de Mendoza, incaricato di colonizzare i territori nella zona del Mar de la Plata, fondò un villaggio al quale diede il nome di Ciudad del Espìritu Santu y Puerto de Nuestra Señora del los Buenos Aires. Il primo nucleo di una città che, poi, divenne appunto la capitale dell'Argentina. In realtà, prima di assurgere a quel ruolo, ci fu anche un altro passaggio: nel 1580, Juan de Garay fondò la città per la seconda volta, dandole il nome di Ciudad de la Santísima Trinidad y Puerto de Nuestra Señora del Buen Ayre. Col tempo, il nome di questa città ha avuto diverse modifiche. Dopo la riforma costituzionale di 1994, anno in cui la città è diventata un territorio autonomo, ha acquisito la denominazione di Ciudad Autónoma de Buenos Aires.

Ma, se la Madonna (e, di conseguenza, Buenos Aires) si chiama così, lo si deve esclusivamente a un errore di traduzione fatto dai pisani durante la loro dominazione della città. Originariamente quella zona veniva chiamata, con termine latino, "Bagnaria" (bagni, bagni pubblici). Nome non casuale: gli archeologi hanno ritrovato resti di terme romane.

Tra questi anche un mosaico che raffigura divinità marine, ora conservato al museo archeologico di Cagliari. Ma, appunto, i dominatori pisani, evidentemente non a proprio agio con la lingua di Cicerone, cominciarono a chiamare quella zona con un nome simile, Bonaria. Accadde quello che i linguisti definiscono paretimologia (in linguistica, secondo la definizione della Treccani, etimologia apparentemente plausibile ma senza fondamento scientifico: consiste in genere in un accostamento, sul piano sincronico, di due vocaboli che in realtà hanno etimologia diversa: fenomeno che in Sardegna conosciamo bene dal momento che l'isola dei Granchi, Cavurus in sardo, è diventata isola dei Cavoli e l'isola del cattivo vento, Malu 'entu, si è trasformata in isola di Mal di ventre).

Toponimo, a dire il vero, tutt'altro che giustificato: qualche secolo più tardi, il generale Alberto Lamarmora, profondo conoscitore e studioso della città e della Sardegna, visitò anche quella parte di Cagliari. E "decretò" che il nome era "sbagliato": visto che, in quella zona, il mare tendeva a creare della malsane paludi, secondo lui, quel sito di sarebbe dovuto chiamare "Malaria" e non Bonaria.

Altro che Bonaria, dunque. Ma quel nome ormai aveva preso piede.

La cagliaritana Nostra Signora di Bonaria, diventata la catalana Nuestra Señora del los Buenos Aires, ha cominciato a essere venerata in Catalogna, a Siviglia e pian piano anche in tutti i territori di lingua spagnola. Al punto che, oltre alla capitale argentina, si chiamano Buenos Aires anche una città della Colombia e un agglomerato urbano della Costarica. Certo che è divertente pensare a come si chiamerebbe ora la capitale dell'Argentina (e anche la basilica cagliaritana) se i pisani non avessero commesso quell'errore di traduzione.
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