In un'imprecisata cittadina francese della fine degli anni Quaranta uno psicanalista si appresta ad affrontare gli ultimi mesi di lavoro prima della pensione. Il suo bilancio professionale non è certamente entusiasmante perché oramai da anni si è ridotto ad ascoltare svogliatamente i pazienti, mentre disegna caricature sul suo blocco invece di prendere appunti. Ogni mattina fa dei calcoli su quanto gli manchi prima di lasciare lo studio e si abbandona a considerazioni che fanno ben intendere il suo stato d'animo: "Se fossi andato in pensione a settantadue anni, avrei avuto davanti i miei ultimi cinque mesi di lavoro. Il che corrispondeva a ventidue settimane e voleva dire che, se tutti i pazienti si fossero presentati, mi restavano esattamente ottocento incontri. Tenendo conto di cancellazione malattie, il numero era di certo destinato a scendere. Era piuttosto confortante, dopotutto". Dentro di sé, questo grigio protagonista vive le sedute che gli mancano prima del pensionamento come una semplice pendenza da regolare.

Il suo lento lasciarsi andare verso il completo oblio, giacché la sua vita privata è la copia carbone di quella professionale, si blocca inaspettatamente per una pietra d'inciampo: Agathe. È una giovane che insiste per essere presa in cura e che non sente ragioni. Alla fine, il medico accetta di prenderla in carico per il periodo che gli manca alla pensione, pensando di risolvere tutto con le solite risposte svogliate e qualche scarabocchio sul suo taccuino. Ma in ogni ora passata con Agathe accadrà qualcosa di imprevisto e sorprendente…

Particolare dalla copertina del libro
Particolare dalla copertina del libro
Particolare dalla copertina del libro

Scritto dalla psicologa danese Anne Cathrine Bomann, "L'ora di Agathe" (Iperborea, 2019, pp. 160, anche e-book) racconta in maniera delicata e coinvolgente di una educazione sentimentale fuori tempo massimo. Un'educazione sentimentale che riguarda sia l'anziano e azzimato psicanalista, sia la giovane Agathe. I due, seduta dopo seduta, cominciano, infatti, ad intrigarsi a vicenda. Scoprono anche che insieme riescono a risvegliare ricordi, sensazioni, emozioni che pensavano sopite per sempre. E terapeuta e paziente si ritrovano vicendevolmente afflitti dallo stesso male di vivere… e ambedue ansiosi di scoprire nuove ragioni di vita e di felicità.

Così il grigiore quasi asfissiante che caratterizza le parti iniziali del romanzo lascia il posto alle tonalità solari della rinascita e "L'ora di Agathe" si rivela un racconto carico di speranza e buoni auspici. Un racconto su come l'animo umano possa rinascere in qualsiasi momento e a qualunque età. Spesso quest'animo è diviso tra il desiderio di intimità con gli altri e con il mondo che lo circonda e la paura di conquistare quello che desidera. Una paura che porta a chiudersi, a rinunciare. È quello che ha fatto Agathe, vittima di un terribile abuso quando era ancora bambina; è quello che ha continuato a fare lo psicanalista per anni, a causa della sua indole rinunciataria. Il loro è un incontro tra due feriti che scelgono di curarsi a vicenda. Decidono di concedere fiducia e spazio l'uno all'altro e tornano a fidarsi di loro stessi… e della vita. Perché non è mai troppo tardi per vivere fino in fondo.
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