A 108 anni dalla storica e sanguinosa rivolta della popolazione di Itri, in provincia di Latina, contro operai e minatori sardi impegnati nella costruzione della locale galleria ferroviaria e per la quale ci furono morti e feriti, un convegno prova a ricucire i rapporti.

Cornice dell'evento, l'Aula consiliare del municipio itrano dove il sindaco, l'avvocato Antonio Fargiorgio, ha indetto per sabato prossimo, 5 ottobre (dalle 17.30), un convegno che, fin dal titolo, punta a segnare un punto di svolta nei difficili rapporti che nel corso degli ultimi 108 anni si sono sviluppati tra il piccolo centro pontino e i sardi proprio in conseguenza di quella rivolta scoppiata agli inizi del Novecento, il 12 ed il 13 luglio 1911.

"I Sardi ad Itri, sulla via della riconciliazione" è il titolo- manifesto dell'incontro organizzato da Pino Pecchia, scrittore e cultore di storia locale che al tema ha già dedicato un volume edito nel 2003 dal titolo analogo, "I Sardi ad Itri" curato nella copertina da Vito La Rocca, pittore e scultore allievo di Emilio Greco, scomparso nel 2017.

Una prima e rigorosa ricostruzione storica fatta da Pecchia col chiaro intento di individuare le colpe e le responsabilità da ambo le parti, senza generalizzare e anche senza "sconti" per quanti si macchiarono di quegli orrendi delitti.

All'incontro sono stati invitati dall'Amministrazione i sindaci dei paesi di provenienza dei minatori vittime (Lanusei, Ottana, Pattada e Santa Teresa di Gallura), che avranno modo di spiegare agli itrani il loro punto di vista storico, ma anche il dolore e le sofferenze subite dagli aggrediti e dai loro familiari.

In rappresentanza delle più alte istituzioni isolane, ci sarà anche il direttore generale dell'Assessorato Enti Locali della Regione Sardegna.

All'introduzione del sindaco di Itri farà seguito la relazione storico-giuridica di Valerio De Gioia, giudice della Prima sezione penale del Tribunale di Roma.

"Il convegno costitusce l'occasione per avviare un ripensamento delle vicende del luglio 1911 che - spiega il sindaco Fargiorgio - videro coinvolti itrani e sardi, vicende che oggi, a oltre un secolo di distanza, reclamano fortemente, anzi impongono, una rimeditazione. Penso sia arrivato il momento perché tutti ci adoperiamo per riscrivere quella triste pagina di storia. Ritengo che le nostre comunità abbiano ormai da tempo raggiunto la maturità necessaria per colmare un solco che non ha più (anzi che non avrebbe mai dovuto avere) ragion d'essere".

Secondo le ricostruzioni fatte durante il processo svolto a Napoli, tre i morti della rivolta e diverse decine i feriti, ma secondo la ricostruzione sarda del tempo le cifre sarebbero state almeno tre volte superiori. Da ricordare che alcune famiglie itrane ospitarono e salvarono in quei giorni di rivolta diversi minatori sardi. Alcuni di essi decisero persino di sposarsi e di abitare proprio a Itri come i Musu, i Casu, mentre altri, i Carta, presero casa nei comuni vicini.

Al convegno saranno anche presentati due nuovi libri sui Sardi a Itri, "Quando canta la civetta" di Nicola Maggiarra, ex sindaco di Itri, e "Le campane suonarono a stormo" dello scrittore sardo Rino Solinas.

(Unioneonline/v.l.)
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