Avrebbe le caratteristiche di un acquedotto di epoca romana.

È venuto alla luce in via Giosuè Carducci nel corso dei lavori di posa dei cavi della rete del gas e della fibra. Non solo una nuova necropoli, dove le sepolture si intervallano alle tubature e pilastri delle fondamenta, ma addentrandosi sotto la superficie gli scavi in corso hanno fatto emergere nuove testimonianze archeologiche.

Nei giorni scorsi è stata data notizia da Gabriella Gasperetti, direttore della sede operativa della Soprintendenza Abap di Porto Torres, della presenza di resti di strutture in opera incerta perfettamente allineate, di eguali dimensioni ed equidistanti fra loro.

I lavori sono ancora in corso con acquisizione dei dati da analizzare, ma una delle ipotesi vagliate è quella di resti pertinenti all'acquedotto della Colonia Romana di Turris Libisonis.

La presenza di tombe con copertura alla capuccina proprio a ridosso di queste strutture fa pensare che nella fase di abbandono l'area sia stata usata come necropoli. Sono stati rinvenuti alcuni resti di scheletri lungo il tracciato della via Carducci, nel centro storico dove riaffiorano resti di tombe, alcune molto comuni con copertura alla cappuccina, qualcuna a cassone e tombe "a cupa".

Nei giorni scorsi la scoperta anche di una base di colonna in calcare e altri reperti di cui non si conosce ancora la natura e la destinazione.

All'opera sul posto ci sono gli archeologi Gavino Canu e Daniela Deriu che stanno effettuando le prime indagini e la documentazione archeologica necessaria per le azioni di tutela.
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