Franz Kafka affermava che viaggiando si costruiscono sentieri. Sono sentieri che ci possono portare lontano o che ci aiutano a conoscere luoghi. Sentieri che ci fanno incontrare persone nuove oppure re-incontrare chi pensavamo di avere perduto per sempre.

È quello che capita al piccolo Salvo, undici anni, nel nuovo, intenso romanzo dello scrittore e regista Guido Lombardi, "Il ladro di giorni" (Feltrinelli, 2019, pp. 286, anche e-book).

Salvo, infatti, non vede suo padre Enzo da sei anni, cioè da quando l'uomo è stato improvvisamente arrestato. Dopo l'arresto il bambino perde ben presto anche la madre, afflitta da un male di vivere inguaribile per ogni medicina, e viene affidato a una coppia di zii. Deve allora trasferirsi dalla natia Bari a Trento e faticosamente, qui, ritrova una famiglia, una stabilità d'affetti, ricomincia a vivere e prova a dimenticare il passato.

Finché un giorno il padre riappare, improvviso come era scomparso, e con la possibilità di passare qualche giorno con Salvo. Inizia allora per i due, bambino e adulto, un lungo viaggio da Trento verso Bari, un viaggio fatto di silenzi, di parole accennate e di sorrisi prima a mezza bocca e poi più aperti. Salvo ed Enzo, infatti, inizialmente si limitano ad annusarsi. Anzi, è soprattutto il bambino che annusa il genitore, con la diffidenza sospettosa di chi è stato già tradito e abbandonato una volta e ha capito che degli adulti non ci si può fidare fino in fondo.

La copertina del libro
La copertina del libro
La copertina del libro

Il viaggio intanto prosegue e Salvo, che all'inizio temeva di perdere nuovamente tutto quello che si era costruito a Trento, ritrova invece una parte della sua vita passata. Risente le voci della sua terra, gli odori e i sapori. Riacquista la voglia di stare assieme a un uomo che prima è stato il suo faro nella nebbia e poi rapidamente si è spento lasciandolo in compagnia della solitudine e di tante domande senza risposta.

Quelle domande ritornano nella testa di Salvo, a mano a mano che il tragitto si allunga. Anzi, se ne aggiungono di nuove, domande decisive per comprendere quello che è successo in passato: chi è il "ladro di giorni", l'uomo che ha strappato a Salvo il padre e ha Enzo la famiglia e una parte della sua vita? Perché ha agito come ha agito anni prima e perché Enzo lo deve incontrare a Bari? Le risposte arriveranno, ma non saranno quelle che Salvo aspetta da anni. Perché la verità, e Salvo lo capirà affrontando i suoi fantasmi di bambino, è che ci possono essere un sacco di verità e che come diceva Marcel Proust "il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell'avere nuovi occhi". Occhi che serviranno a Salvo per guardare con una luce nuova sua padre, ma anche il passato e, soprattutto, il futuro.
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