Sul viso di Salvatore Meloni è impossibile non notare l'emozione che sta vivendo.

Del resto sin da piccolo sognava di tenere stretto in pugno quello stendardo giallo oro. E finalmente il sogno si è realizzato.

Il giovane di Sedilo ha guidato un'Ardia a piedi tutta da incorniciare. Così mormorava stamattina chi di Ardia se ne intende. É stata ordinata, festosa. Ma sopratutto veloce. Tanta era la voglia di correre verso il santuario di San Costantino che la prima Pandela ha deciso di partire a gambe levate ancora prima che la banda musicale arrivasse sotto la chiesa. Alle otto e dieci occhi puntati a Su Frontigheddu.

Poco prima invece c'è stata la benedizione e la consegna degli stendardi alle pandele da parte del parroco. La prima pandela Salvatore Meloni non aspetta più di tanto. Parte velocissimo, applaudito dalla folla in delirio. Lui è determinato, solo al comando. Dietro di lui ci sono due carissimi amici, Stefano Lampreu e Damiano Carta, seconda e terza pandela. E poi ecco le scorte che per tutta la durata dell'Ardia hanno difeso le tre pandele dagli "attacchi" di chi tentava in tutti i modi il sorpasso. Perché dietro c'è un'enorme serpentone umano che corre velocissimo: uomini, donne e bambini.

Dopo la corsa Salvatore Meloni regala cinque giri attorno alla chiesa. La prima pandela è orgogliosa del suo ruolo. Si gode il suo momento. Cammina assieme ai suoi due compagni lentamente. Poi ecco la discesa veloce verso sa Muredda dove la prima pandela decide di fare altri tre giri. Poi altri due nell'altro senso sino all'ultima salita di corsa verso la chiesa. Sono gli ultimi sforzi. Per tutti. Accompagnati dagli applausi della folla. E l'ardia si conclude.

Sara Pinna

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