Scritta dalla giovanissima autrice americana Veronica Roth, la trilogia Divergent/Insurgent/Allegiant (De Agostini Editore, Novara 2012) ha costituito un vero e proprio caso letterario in tutto il mondo: 36 milioni le copie vendute, di cui 500 000 in Italia. Cresciuta a pane e Il donatore di Lowry, Veronica Roth – mentre ancora frequentava l’Università Northwestern di scrittura creativa – ha firmato un ensemble di tre romanzi fantascientifici/distopici che raccontano – senza la pretesa di farlo – scenari inquietanti dall’avvenire con qualche spunto di riflessione per il presente. Anche se la Roth preferisce rimanere cauta a tal proposito. "Non ho alcuna intenzione di formare i ragazzi o di metter loro in mente delle convinzioni, ma quella di fornire intrattenimento", ha affermato. Ragion per cui l’etichetta di "scrittrice per ragazzini" non le sta stretta. Al contrario.

La trama del trittico letterario si snoda attorno alle vicende della Chicago del futuro, nella quale la stabilità sociale (precaria) è garantita da un consolidato sistema dicotomico: i cittadini normali vivono, quelli anormali (chiamati Divergenti) muoiono. Ai normali si addice suddividersi ulteriormente in un rigido e invalicabile sistema di fazioni, sulla base delle qualità connaturate in ciascun individuo: quella degli Abneganti, dedita all’altruismo; quella dei Pacifici, fiera sostenitrice della concordia; quella dei Candidi, sincera fino al midollo; quella degli Eruditi, detentrice gelosa di tutto lo scibile umano; quella degli Intrepidi, corpo armato urbano. A ciascuna di queste "famiglie" si accede attraverso un test attitudinale in laboratorio da compiersi al raggiungimento dell’età adulta; questa prova è capace di svelare l’anormalità e la normalità dell’individuo: in soldoni, il suo destino.

Le carte in tavola cambiano quando, al compimento del sedicesimo anno d’età, Beatrice Prior (un Abnegante mai sentitasi appartenente alla sua fazione) – indiscussa protagonista dei tre romanzi – si deve sottoporre alla "verifica" che le garantirà la sopravvivenza: il test attitudinale svela la sua Divergenza, occultata da un’innocua duttilità. Fortuna che a coordinare l’esperimento su Beatrice è Tori, una ragazza che ha perso il fratello a causa della sua Divergenza: è proprio Tori a salvarle, per la prima volta, la vita, inficiando i risultati del test. Da lì, Beatrice Prior sceglie di entrare nella famiglia degli Intrepidi (cui anche Tori appartiene) e di vivere con loro in cameratismo, cambiare il suo nome in Tris (per tagliare i ponti con un passato poco florido) e rivoluzionare il sistema oppressore: ad aiutarla nella battaglia contro il regime, gli amici (molti dei quali moriranno nel corso della narrazione) e l’amore spirituale nutrito nei confronti di Quattro (un Intrepido che la affiancherà dalla prima ora). La storia procede non senza qualche difficoltà, colpi di scena, imprevisti mozzafiato, Madeleine di Proust e azioni al fulmicotone: ed è proprio in queste pagine, dove l’adrenalina e la nostalgia scorrono senza limiti, nelle quali spietati uomini con la smania del potere si succedono a minacciare l’incolumità dei cittadini del sistema, che si coglie l’essenza ontologica della scrittura della Roth. Non è una scrittura capace di evocare particolari suggestioni, ma uno strumento capace di incollare il lettore al romanzo.

Uno young adult, quello scritto dalla Roth, nel complesso di buona qualità, adeguato ai giovani lettori. Vale la pena evidenziare come lo stile cambi radicalmente nel terzo libro Allegiant, assumendo caratteri diaristici (la sua redazione è a cura di Tris e Quattro, che si alternano un capitolo a testa), a detrimento dei primi due libri che rimanevano fedeli all’unica voce narrante dell’eroina Beatrice. La traduzione italiana, curata da Roberta Verde, brilla di fedeltà al testo originale. Infine, il prodotto letterario supera, per dovizia di potenza espressiva, persino la trasposizione cinematografica omonima. L’adattamento sui grandi schermi, prodotto dalla Eagle Pictures, eccezion fatta per il primo capitolo della storia, non è difatti fedele all’impianto narrativo.

Alessio Cozzolino*

*giovane liceale cagliaritano
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