Per molto tempo gli audiolibri sono stati relegati all’ambito della didattica oppure venivano realizzati per i non vedenti. Negli ultimi anni la situazione è molto cambiata e gli audiolibri stanno rapidamente conquistando nuove fette di mercato mentre i titoli che è possibile ascoltare in italiano sono cresciuti di numero.

Per intenderci, secondo i dati più recenti, i libri letti sono passati nel giro di tre anni da occupare l1% del mercato librario al 3% e si punta rapidamente a giungere al 5%. I titoli a disposizione in italiano sono diventati oggi 7000 mentre erano solo 1500 quattro anni fa.

Ma cosa è cambiato negli ultimi tempi e come mai gli audiolibri stanno crescendo tanto in un Paese come il nostro che non brilla per numero di lettori? Ne parliamo con Sergio Polimene, direttore editoriale di Emons libri&audiolibri, editore indipendente che di fatto ha contribuito a lanciare i volumi da ascoltare nel nostro Paese.

"Emons è nata nel 2007 proprio con l’idea di sdoganare l’audiolibro dalla riserva indiana in cui si trovava da tempo - spiega - e proporlo come mezzo per conoscere bestseller, saggi, libri destinati al vasto pubblico un po’ come succedeva già da tempo in Francia, Germania, Stati Uniti, nazioni dove l’audiolibro è qualcosa di assolutamente quotidiano. Insomma, abbiamo voluto mostrare al vasto pubblico che l’audiolibro è solo un altro modo per 'incontrare' un testo".

In che modo vi siete proposti sul mercato italiano?

"Abbiamo puntato su libri conosciuti, affidati a lettori famosi: personaggi dello spettacolo, attori. Così l’audiolibro ha preso piano piano piede anche nel nostro Paese. Il fenomeno dei libri da ascoltare è poi esploso quando sono arrivati anche in Italia grandi player internazionali che già operavano all’estero e che hanno fatti grossi investimenti nel marketing per diffondere la cultura dell’audiolibro. È stata una rivoluzione che ha giovato a tutti".

Chi sono questi player e come operano?

"Quattro anni fa è sbarcata in Italia Audible di Amazon con la quale è possibile abbonarsi per sentire titoli prodotti dalla società e dei quali la società acquista i diritti. Poi è arrivata Storytel e anche in questo caso ci si abbona per ascoltare i libri. La grande novità di questi player è che offrono non solo audiolibri ma anche contenuti da ascoltare non derivati da libri: podcast, contenuti dei quotidiani, originali audio, audioserie modello Netflix. Sulle audioserie puntiamo molto anche noi della Emons che ne proporremo alcune a breve".

Perché l’audiolibro piace e conquista pubblico?

"Perché chi comincia ad ascoltare i libri non può più farne a meno e immediatamente scopre le potenzialità di questo modo di 'leggere'. L’audiolibro ti consente di usufruire di un libro anche nei momenti in cui non puoi tenerlo in mano. Non è in contraddizione con il libro cartaceo. Si somma e consente di leggere di più".

Come deve essere un buon audiolibro?

"Non può essere improvvisato ma è il frutto di un processo editoriale complesso. La nostra è una casa editrice tradizionale fino a che non si entra in sala di registrazione. Da quel momento in poi tutto assomiglia molto di più a una lavorazione cinematografica. Il lettore legge, c’è una regia che guida, che suggerisce i tempi, coglie se l’intonazione è stanca, se non è omogenea. Poi ci sono il fonico e il montatore che creano il prodotto finale".

Chi è l’ascoltatore tipo?

"Prima delle campagne di marketing dei grandi player l’ascoltatore tipo era un forte lettore, di cultura medio-alta e di età tra i 40 e 50 anni. Oggi l’ascoltatore tipo è più giovane e più vario come identikit, usa le app per ascoltare gli audiolibri. Spesso si tratta di persone che viaggiano oppure che fanno lavori manuali anche se gli audiolibri necessitano di più attenzione rispetto alla radio".

Ci sono testi non adatti?

"I più difficili sono i testi con tanti personaggi e tanti dialoghi in prima persona. In questi casi si deve a volte ricorrere a più voci anche se la nostra linea editoriale punta sul lettore unico e si cerca di evitare la drammatizzazione".

Perché questa scelta?

"Perché i lettori devono far emergere il testo, non la loro capacità di recitazione. Poi ci sono le eccezioni come Paola Cortellesi che ha letto noi Orgoglio e Pregiudizio di Jane Austen e non abbiamo neanche provato a imbrigliare il suo estro. Lo stesso è accaduto nella lettura di Paolo Poli dei Promessi sposi, ma sono chicche, non la normalità".

Quali sentieri percorrerà l’audiolibro?

"Prima o poi avremo contenuti audio originali che diventeranno testi scritti e poi video e anche film come già sta accadendo all’estero, in Germania, Francia e Stati Uniti dove il mercato è cento volte il nostro. In questi Paesi i libri escono sempre tutti in tre versioni: cartaceo, digitale e audio. Insomma, di strada da fare l’audiolibro ne ha veramente ancora tanta".

Un audiolibro (foto Emons libri&audiolibri)
Un audiolibro (foto Emons libri&audiolibri)
Un audiolibro (foto Emons libri&audiolibri)
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