Alan Lomax, l'etnomusicologo americano che salvò il blues afroamericano, aveva solo un rimpianto: al suo lavoro di registrazione della musica popolare italiana manca la Sardegna. Una lacuna colmata da Luigi Monardo Faccini, che ha presentato il suo docufilm "Radici" in anteprima isolana a Villanova Monteleone, nel corso del Sardinia Film Festival.

Quello di Faccini è un docufilm intenso, nato da un'idea di Marina Piperno e prodotto e distribuito dall'Istituto Luce-Cinecittà, che permette di imboccare un percorso tra il presente e il passato della musica popolare, attingendo da introvabili documenti d'archivio sonori e visivi.

Il regista ligure ha girato in Sardegna una parte del suo documentario. Questo percorso verso la terra dei tenores ha seguito le tracce del Coro di Neoneli, il gruppo guidato da Tonino Cau, che sul palco di Villanova Monteleone, di fronte al un pubblico numeroso del festival, ha presentato alcuni dei suoi brani più rappresentativi, accompagnato dalle launeddas di Orlando ed Eliseo Mascia.

Luigi Monardo Faccini spiega: "La mia idea di cercare le radici del rock and roll è nata da bambino proprio grazie ai dischi in vinile di Lomax, lui aveva capito che la ritmica nativa era quella dei tam tam. Aveva capito che anche un'espressione polifonica contrappuntistica come il trallallero genovese ha corrispettivi in alcuni canti dei pigmei africani. E aveva anche scoperto che c'è un po' di blues in tutta la musica popolare, nei canti di lavoro o di lamento e, in qualche modo, anche nel quattro/quarti utilizzato nel ballo a sulittu o dalle launeddas".
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