Domusnovas entra ufficialmente nel Cammino Minerario di Santa Barbara portando in dote 22 chilometri di sentieri, eredità della propria storia mineraria che andranno presto ad aggiungersi ai circa 400 chilometri dell'itinerario turistico religioso che attraversa il territorio del Sulcis iglesiente - guspinese.

È il Consiglio comunale ad approvare (la minoranza si è astenuta tranne Attilio Stera per il quale "è un'idea capace di attrarre flussi turistici sempre che si spuntino ulteriori investimenti in Regione") la proposta illustrata dall'assessore alla Cultura Matteo Moi alla presenza del presidente della Fondazione del Cammino Minerario di Santa Barbara Giampiero Pinna il quale, ospite prima della seduta dell'Università della terza Età di Domusnovas, ha potuto fare un lungo excursus sulla nascita dell'itinerario turistico religioso illustrandone le potenzialità e i tanti risultati già raggiunti.

"Riteniamo che il Cammino Minerario - afferma l'assessore Moi - sia per Domusnovas un valore aggiunto: a fronte di una quota di partecipazione di mille euro l'anno potremo rafforzare la nostra vocazione turistica ed ottenere inoltre fondi per intervenire sul tracciato".

Entusiasta anche il consigliere di maggioranza Erizio Pranteddu: "Dobbiamo essere orgogliosi dei tanti turisti che sempre più spesso stanno percorrendo i nostri vecchi sentieri: questa adesione non potrà che portare ricadute positive per il paese".

Alla votazione ha assistito anche Giampiero Pinna, presidente della fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, al centro dell'immagine (foto L'Unione Sarda - Farris)
Alla votazione ha assistito anche Giampiero Pinna, presidente della fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, al centro dell'immagine (foto L'Unione Sarda - Farris)
Alla votazione ha assistito anche Giampiero Pinna, presidente della fondazione Cammino Minerario di Santa Barbara, al centro dell'immagine (foto L'Unione Sarda - Farris)

Apprezza l'idea la minoranza consiliare che non rinuncia però ad evidenziare il ritardo con il quale Domusnovas entra a far parte di un circuito che conta già oltre 20 Comuni soci. "Nel 2016 non siamo stati tra i fondatori, perché entriamo solo ora? Il Comune non dovrà intervenire anche a proprie spese sul tracciato?" sono le domande poste da Fabrizio Saba. "Volevamo maggiori informazioni, consultare una cartina, sapere se sono state stimate le ricadute per il paese" si accoda Isangela Mascia mentre secondo Attilio Usai "ventidue chilometri sono anche pochi senza contare che entriamo per ultimi a cose già fatte".

L'assessore alla Cultura spiega che "in precedenza erano state fatte altre valutazioni e che esistevano motivazioni di natura economica per il mancato ingresso" chiedendo poi ufficialmente alla minoranza di collaborare al progetto senza ottenere risposte convinte.

Accorato l'intervento del sindaco Massimo Ventura: "Non ho mai nascosto le mie perplessità dovute al fatto che il Parco Geominerario (uno dei principali partner della Fondazione) ha sempre avuto scarsa considerazione per questo territorio. Già nell'87, ben prima della nascita del Cammino di Santa Barbara, esisteva un progetto per rendere la grotta di San Giovanni porta d'ingresso di un lungo itinerario di percorsi minerari: non se ne fece niente e potrei fare mille altri esempi di chanches non sfruttate per colpe non nostre. Ora - chiude Ventura - abbiamo ben valutato quanto il Cammino sta dando al territorio e quali ricadute può offrire a Domusnovas". Il primo cittadino non ha però rinunciato all'idea della grotta quale porta del Cammino di Santa Barbara e lo mette in chiaro più volte rivolgendosi a Giampiero Pinna (che abbozza un sorriso) prima di una vigorosa stretta di mano finale con il presidente dell'omonima fondazione.
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