Per decine di secoli è stato uno dei porti preferiti per il traffico navale e per i mercati delle popolazioni che si affacciavano in quello che i romani chiamavano "Mare Nostrum" e gli arabi "Mare Bianco di mezzo". Si intitola "Navi, Traffici, Mercati. La Sardegna nelle rotte del Mediterraneo tra preistoria ed età romana" la mostra che verrà inaugurata domani alle 15 nel Museo della Valle dei Nuraghi di Torralba nell'ambito della manifestazione Monumenti Aperti.

Il percorso espositivo mette l'accento sul ruolo della Sardegna quale scalo privilegiato nelle rotte da e verso oriente e occidente fin dal neolitico, ruolo confermato nel corso dei millenni.

Lo scopo principale dell'allestimento è quello di fornire informazioni essenziali e didattiche ad un pubblico ampio, costituito prevalentemente da non addetti ai lavori, i quali potranno apprendere, in modo semplice e accattivante i traffici e i commerci che si dipanavano nel Mediterraneo, non un ostacolo ai contatti tra i popoli ma una grande via di comunicazione, un mondo effervescente, per certi aspetti globalizzato, in cui erano presenti identità anche diverse ma dove vigeva anche un sostanziale riconoscimento delle peculiarità culturali di ciascuno.

Altri reperti in esposizione (foto ufficio stampa)
Altri reperti in esposizione (foto ufficio stampa)
Altri reperti in esposizione (foto ufficio stampa)

La rassegna, nata da un'idea dell'archeologo Franco Campus e del rievocatore Giovanni Romano, che, con la collaborazione dell'archeologa Nadia Canu, hanno curato l'allestimento, ha una peculiarità: è realizzata completamente con l'uso di riproduzioni che sono disposte in vetrine a giorno e costituiscono non solo un insieme espositivo ma una grande sezione tattile, che può essere esplorata dal visitatore anche con le mani.

Sono presenti le copie dal vero delle navicelle nuragiche di Padria, Erula e Bultei e del lingotto a forma di pelle di bue da Ozieri, che testimonia traffici con Cipro, realizzati dall'Archeoartlab di Gianmario Buffoni; le copie della brocchetta da Ittireddu e delle lucerne di Villanovafranca a cura di Roberta Cabiddu; la copia del tripode bronzeo di Santadi a cura di Valerio de Camillo; le copie di manufatti etruschi a cura di Roberto Paolini; le riproduzioni di affreschi, a cura di Maurizio Milana, e dei mosaici, a cura di Dana Patrascu. L'iniziativa, promossa dal Comune di Torralba con il patrocinio della Regione Autonoma della Sardegna, è stata realizzata dall'associazione Sardinia Romana, con la collaborazione del Museo Archeologico e Etnografico di Ittireddu e della Soprintendenza Archeologia, belle arti e paesaggio per le province di Sassari e Nuoro, con il supporto della Sede Operativa di Perfugas.
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