Immagini stravaganti e fantastiche, oscure e fiabesche. L'artista spagnolo Francisco Goya le realizzò alla fine del Settecento quando era diventato sordo e aveva una sorta di visione aumentata dell'inconscio. Sono 80 incisioni dal titolo "Capricci". La più famosa è quella intitolata "Il sonno della ragione genera mostri".

L'intera collezione sarà esposta da domani al 21 giugno nella Sala X del Castello dei Doria a Castelsardo.

Curata da Enrico Piras, esperto di questa tecnica artistica e apprezzato incisore egli stesso, la mostra propone anche il notissimo autoritratto e le celebri "Amore e morte" e "La bella maestra".

Come evidenzia la critica d'arte Maria Paola Dettori: "La serie di stampe è costituita da tre grandi gruppi: le immagini che hanno funzione di satira sociale e si contrappongono ai vizi e all'ignoranza; quelle che parlano della commedia sessuale, delle relazioni come scambio basato spesso solo su avidità e interesse; infine, il terzo gruppo, che tratta di stregoneria e superstizione. Goya propone un disvelamento, portando l'invisibile nel visibile, non limitandosi a mostrare all'osservatore il ridicolo del suo tempo, ma accompagnandolo, anche, in un viaggio nella psiche umana e nell'inconscio, e nel caos generato da pulsioni e passioni".
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