Sono passati 25 anni fa dal giorno in cui, il 18 aprile 1994, moriva a 87 anni Ruggero Orlando, giornalista e corrispondente della radio e della televisione italiana dal 1938 agli anni' 80.

Era uno dei volti e delle voci più popolari della storia Rai.

Per la radio, è stato corrispondente da Londra, negli ultimi anni dell'Impero britannico; per la televisione, è stato corrispondente da New York.

Arriva negli Usa il 26 novembre 1954, quando è in corso la preparazione dell'ingresso dell'Italia nelle Nazioni Unite e New York sta diventando la "capitale del mondo". E da allora, fino alla primavera 1972, Ruggero Orlando è il principale corrispondente per i servizi giornalistici Rai dagli Stati Uniti: con i suoi gesti e la erre moscia diventa "personaggio", ma è riconosciuto da tutti, colleghi e pubblico, come un giornalista "di razza", tra le poche firme autorevoli del "giornalismo parlato".

Ruggero Orlando (foto Ufficio Stampa)
Ruggero Orlando (foto Ufficio Stampa)
Ruggero Orlando (foto Ufficio Stampa)

Attraversa, con le sue corrispondenze quotidiane, l'America di Eisenhower, Kennedy, Johnson e Nixon, racconta gli Stati Uniti negli anni della guerra fredda, del Vietnam, della segregazione razziale e delle missioni Nasa.

Per omaggiare il personaggio Rai Cultura manderà in onda il documentario di Enrico Salvatori "Ruggero Orlando, l'uomo di mondo", in onda martedì 16 aprile alle 21.45 su Rai Storia per il ciclo "Italiani", con un'introduzione di Paolo Mieli. A ricordare la sua vita è il figlio Raffaello, che ha reso disponibile gli archivi e gli oggetti personali del padre, a cominciare dalla macchina da scrivere, restaurata per l'occasione.

(Unioneonline/D)
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