Una mente affilata che seziona i vari campi del sapere senza rinunciare mai al guizzo dissacrante dell'ironia. Questo e altro è Piergiorgio Odifreddi, nato a Cuneo nel 1950, docente di logica all'Università di Torino e visiting professor alla Cornell University. Negli anni si è dedicato con successo alla divulgazione scientifica attraverso saggi, articoli, video, televisione, radio e teatro. Impegnato politicamente, ateo convinto e sempre pronto a dibattere, calcherà i palchi oggi alle 21 del CineTeatro di Olbia e domani, alla stessa ora, del Tonio Dei di Lanusei con il monologo, ideato insieme a Sergio Maifredi, "Sul cammello e all'ombra del bastone" ovvero "La matematica dei Greci da Pitagora ad Archimede". Firma Cedac.

Perché ha scelto questo titolo per lo spettacolo?

"Il bastone era quello di cui si servì Talete per misurare l'altezza delle piramidi, mentre il cammello fu usato da Eratostene di Cirene per calcolare la circonferenza del nostro pianeta".

E dire che nel 2019 prosperano i "Terrapiattisti", ancora convinti che la Terra sia piatta.

"Con loro si dovrebbe usare il bastone in modo diverso, per prenderli a legnate! Esagerazioni a parte, all'inizio pensavo scherzassero, invece erano seri. E i social media hanno il potere di amplificare certe idiozie".

Come mai in Italia permane un solco netto fra sapere scientifico e umanistico?

"Da un lato c'è il millenario influsso della Chiesa cattolica, che si basa su dogmi e incarna l'esatto contrario dello spirito scientifico; dall'altro, c'è l'eredità di due filosofi e ministri della pubblica istruzione nella prima metà del Novecento, Benedetto Croce e Giovanni Gentile, che furono esponenti di un idealismo marcatamente antiscientifico".

Qual è il prezzo che si paga a ignorare la scienza?

"La difficoltà di capire il mondo in cui viviamo, il rischio di diventare 'idioti tecnologici', eredi dei selvaggi che portavano l'orologio al collo come un ciondolo. Mi viene da pensare all'attuale 'Governo del cambiamento', soprattutto al M5S, così spesso refrattario all'utilizzo di dati e numeri precisi per sostenere le proprie decisioni".

Cosa sarebbe da cambiare nell'insegnamento delle materie scientifiche a scuola?

"Quasi tutto. Gli indicatori dell'Ocse ci collocano in fondo alle classifiche internazionali. Bisognerebbe riavvicinare programmi e metodi alle caratteristiche dei ragazzi. D'altra parte, quando Tolomeo chiese a Euclide un sistema rapido per apprendere la matematica, questi gli rispose che 'non ci sono vie regie per impararla'".

Un commento sulla notizia della prima foto scattata a un buco nero.

"La rilevanza scientifica è molto piccola. Già nel Settecento la meccanica newtoniana permetteva di studiarli. Molti oggi credono che li abbia scoperti Stephen Hawking, ma il primo a sviluppare una Teoria dei buchi neri fu Robert Oppenheimer, uno dei creatori della bomba atomica. E poi, mi scusi, nella foto non si vede niente...".

Luca Mirarchi

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