Un Piano di sviluppo turistico non c'è e neppure un progetto coerente con il Piano urbanistico comunale per dare voce alle aspettative degli operatori del settore e per far nascere una serie di azioni conseguenti da programmare.

"Vogliamo puntare sul turismo - ha sempre affermato l'amministrazione 5 Stelle - per costruire un'alternativa a questa città".

Ma neanche una bozza del Piano è stata mai proposta in commissione.

Il comune di Porto Torres è proprietario della più grande area archeologica urbana dell'isola che racchiude le vestigia di Turris Libisonis la prima Colonia Romana della Sardegna, il cui fondatore nel 46 a.C. si ipotizza fosse Caio Giulio Cesare.

Per Franco Satta, tecnico della soprintendenza di Porto Torres spiega: "Questa situazione storica di per sé assumerebbe un valore aggiunto di notevole rilevanza fosse collegata ad azioni concrete. Il fatto sta, da ciò che mi risulta, che non esiste nessun accordo né tanto meno un piano di gestione sottoscritto fra il Comune e gli enti nazionali istituzionalmente preposti alla tutela, alla conservazione e alla valorizzazione dei Beni Culturali. Di conseguenza se il Comune non può dimostrare che gestisce l'area archeologica non può accedere alla maggioranza dei finanziamenti pubblici dedicati al settore".

Investimenti che avrebbero dato una spinta alla macchina turistica attraverso i servizi di accoglienza quali, la biglietteria, i servizi igienici conformi alle norme, i servizi di ristoro, di bookshop, di manutenzione.

"Molti conoscono i monumenti perché li hanno vistati in occasione della manifestazione "Monumenti Aperti", ma quali di questi siti sono fruibili tutto l'anno? - si chiede Franco Satta - non è sufficiente disporre di un patrimonio culturale di rilievo per attrarre la domanda. In assenza di un Sistema Turistico Locale che normalmente vede gli Enti Locali, gli operatori privati, le associazioni di categoria e gli altri soggetti pubblici, protagonisti dello sviluppo turistico del territorio, è il Comune di Porto Torres che dovrebbe appropriarsi degli strumenti di governance o quantomeno farsi carico del coordinamento delle iniziative necessarie per la valorizzare i beni artistici e culturali".

Tutto dovrebbe essere incluso in un sistema turistico di valorizzazione comprendendo attori pubblici e privati per costruire itinerari con visite guidate ai monumenti presenti in tutta la città.

"Un progetto per dare una svolta al settore potrebbe essere rappresentato dall'istituzione di un Parco Urbano Archeologico e Naturalistico - conclude Satta - che comprenda l'area archeologica di Palazzo Re Barbaro, il corso e la foce del Rio Mannu con il Ponte Romano e la vasta area di necropoli situata a Ovest del fiume, di proprietà del Consorzio Industriale Provinciale di Sassari. Progetto per il quale si dovrebbero chiedere con forza interventi specifici e straordinari al governo nazionale".
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