Un progetto del tutto nuovo, e che si pone l'obiettivo di scrivere una storia "sociale" dell'antico Egitto che guardi, dunque, al di là dei fasti di faraoni e regine e metta invece al centro il popolo e le classi meno agiate.

È questa la sfida del progetto di ricerca di interesse nazionale "Pharaonic Rescission" dell'Università di Pisa, che si è appena aggiudicato un finanziamento di oltre 200mila euro dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca.

A idearlo e proporlo è stato Gianluca Miniaci, ricercatore under 40 del dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere. ''Ad oggi - spiega Miniaci - conosciamo solo una storia, quella dei faraoni e dell'élite, che ci hanno lasciato iscrizioni, testimonianze di grandi gesta, templi e tombe monumentali, tesori archeologici, tutti frammenti dei loro 'ricordi''. Non sappiamo quasi nulla della gente comune che non ha potuto lasciare tracce così evidenti nella storia, ora si tratta di scriverne una nuova, una che abbia come protagonista quella massa di popolazione invisibile fatta soprattutto di lavoratori, commercianti, agricoltori, ma anche persone benestanti e socialmente agiate, che non ricoprivano un ruolo politico rilevante''.

La storia sociale dell'antico Egitto, nel secondo millennio a.C. sarà quindi ricostruita ''dal basso'', in particolare attraverso l'analisi della "materialità" impressa negli oggetti. Grazie ad analisi archeometriche sarà in particolare possibile estrarre una massa di informazioni relativa ai contesti spazio-temporali in cui gli oggetti si sono mossi nell'antichità, dalla loro creazione (banalmente l'estrazione delle materie prime) alla loro lavorazione, circolazione ed uso.

I reperti delle collezioni egittologiche dei più importanti musei italiani, europei ed internazionali saranno quindi fondamentali per delineare l'identikit proprio delle persone che avevano prodotto la cultura materiale dell'antico Egitto.

(Unioneonline/v.l.)
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