Umberto Eco affermava che "… chi non legge, a 70 anni avrà vissuto una sola vita, la propria. Chi legge avrà vissuto 5000 anni: c’era quando Caino uccise Abele, quando Renzo sposò Lucia, quando Leopardi ammirava l’infinito… perché la letteratura è un’immortalità all’indietro".

È una delle considerazioni che Giuseppe Marchetti Tricamo, già direttore di Rai Eri e oggi docente presso la Facoltà di Scienze della comunicazione dell’Università La Sapienza di Roma, invita a fare sul suo nuovo libro dal titolo "Il Tempo dilatato, riflessioni sul senso della lettura" edito da Agave Ibiskos Ulivieri.

Il lavoro è un’escursione tra le parole di quei libri che regalano uno spicchio di conoscenza in più, sia che si decida di leggerli per la prima volta, sia che si faccia una rilettura, per arrivare a una lettura più viva e consapevole.

Il tempo dilatato è, dunque, quello della consapevolezza che la cultura rappresenta, oggi, un’opportunità soprattutto per il nostro Paese.

Il libro è pervaso dell’ottimismo necessario per l’Italia che non si arrende e che affida ai poeti e agli scrittori, ma anche ai cittadini, il compito di vigilare per combattere prontamente anche il più leggero soffio di autoritarismo, ogni tentativo di prevaricazione, di intolleranza, di razzismo, di violazione dei diritti umani, di trasgressione delle regole della convivenza civile, di profanazione dei sacri luoghi della memoria. L’avvenire dell’Italia, infatti, dipende da noi, più di quanto ciascuno sia portato a immaginare.

Così Marchetti esplora le diverse realtà in cui questa si manifesta, ad esempio il mondo dell’editoria, per conoscere il suo stato di salute. Ma non solo. L’esplorazione diventa consiglio e Marchetti invita a prendere le dovute distanze, quando serve, dallo spazio virtuale, per scegliere, coscientemente, quello reale, da vivere e ricordare; invita al colloquio diretto e immediato, alla contestualità delle interazioni che caratterizzano la vita vera.

Pagine di lavoro, anche, in cui sono stati riuniti tutti gli editoriali scritti per la rivista letteraria "Leggere: tutti" di cui Giuseppe Marchetti Tricamo è stato direttore per tredici anni.

Si va dalle considerazioni sul piacere della lettura ai motivi della sua scarsa popolarità nel mondo contemporaneo.

Dalla disamina del lavoro dell’editore – con riferimenti ai grandi di questo mestiere come Angelo Rizzoli, Arnoldo Mondadori, Valentino Bompiani per arrivare a chi oggi ha ancora il coraggio di aprire piccole e valorose case editrici – alla considerazione del ruolo del libraio che funge da amplificatore capillare delle conoscenze.

Dai festival letterari ai luoghi degli scrittori, che siano le città in cui hanno ambientato i loro libri, i caffè dove li si poteva incontrare o i parchi letterari a loro dedicati.

Dai premi letterari al ruolo della televisione come mezzo di distrazione di massa.

"I cosiddetti libri per ragazzi in realtà non esistono - dice Marchetti - esistono i libri che si leggono da ragazzi e che ciascuno continua a portarsi dentro traendone insegnamenti, suggestioni, metri di giudizio, parametri per osservare il mondo e se stessi nel mondo. In questo senso forse sono i libri più importanti, quelli che si suggeriscono, o si leggono, ai propri figli sperando che una parte delle proprie emozioni sopravviva".

L.P.
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