Per parlare dei mestieri del teatro iniziamo dal backstage e incontriamo Gennaro Cerlino, capo macchinista e direttore di scena in una compagnia privata di teatro di prosa. Arriva all’appuntamento a bordo d’un furgoncino con scritto su “Il Teatro è Gennaro”, e in effetti il signor Cerlino, classe 1953, lavora in teatro da quasi cinquant’anni.

Gennaro, in cosa consiste il suo lavoro?

“Come capo macchinista, mi occupo di tutto ciò che concerne l’apparato tecnico e scenografico. Monto e smonto tutte le scenografie, allestisco lo spazio per la rappresentazione”.

Lei però oltre che capo macchinista è anche direttore di scena.

“Si, spesso capita che il capo macchinista arrivi a ricoprire, con l’esperienza, anche questa mansione; si tratta di una figura di riferimento per tutta la compagnia.”

Di cosa si occupa precisamente?

“Il direttore di scena coordina tra loro i vari tecnici, macchinisti, elettricisti, fonici, e gestisce anche il rapporto con il cast artistico: stilando l’ordine del giorno dà, in accordo con il regista, la convocazione degli attori in teatro, si occupa di verificare che le entrate di scena vengano effettuate puntualmente. Mi è capitato di dover correre a chiamare degli attori in camerino che non erano dietro le quinte al momento giusto. Inoltre, il direttore di scena verifica che lo spettacolo sia eseguito ogni giorno secondo le disposizioni lasciate dal regista”.

Un ruolo di grande responsabilità.

“Si, in assenza del regista, che solitamente non segue la tournée, è lui che tiene le redini della situazione. Può anche multare i membri della compagnia in caso di inadempienze, ed è lui ad avere i primi contatti con i teatri, gestendo eventuali modifiche tecniche o riallestimenti della scena ed esponendo le esigenze della compagnia affinché tutto vada per il meglio".

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Il lavoro dei tecnici su una scenografia (foto Crivelli)
Il lavoro dei tecnici su una scenografia (foto Crivelli)
Il lavoro dei tecnici su una scenografia (foto Crivelli)

Gennaro ha un fisico asciutto e scattante, la pelle abbronzata; parla con fermezza e un’aria un po’ sbrigativa, ma si lascia attraversare dai ricordi quando gli domandiamo:

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Da quanto tempo lavora in teatro?

“Esattamente dal 1972; da ragazzo ho avuto la fortuna di studiare in un college a Londra dove si faceva teatro amatoriale ed io, amando lavorare il legno, avevo iniziato a creare le scenografie degli spettacoli. Tornato in Italia, un mio amico che lavorava al teatro Giacosa di Ivrea mi chiamò per fare l’aiuto elettricista durante un allestimento. Inizialmente lavoravo così, come aiuto o come servo di scena, allora era una cosa molto frequente; ci pagavano a fine serata. Poi arrivai a sostituire il Capo macchinista che andava in pensione”.

Da quando ha iniziato il mestiere ad oggi cosa è cambiato?

“Beh, le dico solo che negli anni Settanta al proprio arrivo in teatro un tecnico veniva subito inquadrato in base al tipo di martello che portava con sé: era quello a determinare la sua esperienza, perché la scenografia ogni giorno andava inchiodata, ma anche schiodata! Oggi il martello lo conservo in casa come cimelio e uso strumenti molto più moderni, come trapani e avvitatori elettrici. I veri progressi però sono stati soprattutto nell’ambito della fonica e delle luci”.

Riscontra dei problemi nello svolgimento del suo mestiere?

“L’eccessiva suddivisione dei ruoli, soprattutto nei Teatri Stabili, dove spesso non si esce dalla propria mansione nemmeno per aiutare un collega in difficoltà, oppure capita che prima di variare l’orario di lavoro per far fronte ad un’emergenza nell’allestimento, si debba passare per una burocrazia esagerata. Ci vorrebbe maggiore flessibilità”.

Se un giovane volesse intraprendere questa professione, come dovrebbe muoversi?

“Sinceramente non saprei dirle, è difficile, c’è ancora poca divulgazione di questo mestiere: si tratta più che altro di passaparola o conoscenze, non ci sono delle scuole specializzate in Italia. A volte i Teatri Stabili organizzano dei corsi specifici, ma sempre troppo pochi per un mestiere stupendo come questo”.

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Gennaro sta occupandosi di una tournée, ha il tempo contato e il suo corpo è già proteso verso l’uscita. Gli facciamo così un’ultima domanda, alla quale non riesce a trattenere un sorriso fiero, che esplode sotto i baffi.

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Gennaro a teatro
Gennaro a teatro
Gennaro a teatro

Cosa le piace di più del suo lavoro?

“Il mio è un lavoro meraviglioso, ti permette di viaggiare, stare a contatto sempre con nuove persone: gli spettacoli negli anni cambiano, ma anche quando si porta per mesi in scena sempre lo stesso, lo spazio non è mai uguale. E poi sa: per fare teatro bisogna amare il teatro".

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E così Gennaro Cerlino ci regala la sua testimonianza, inforca gli occhiali da sole e torna al lavoro, a bordo del suo furgoncino rosso.

Roberta Crivelli

(attrice teatrale)

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